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Alla ricerca della Terra promessa durante la festa diocesana del ministrante


di Centro Diocesano Vocazioni

“Alla ricerca della Terra Promessa” è il tema della Festa Diocesana del Ministrante che si è svolta domenica 16 giugno, nella Parrocchia Stella Maris in Villapiana Scalo.

Mediante una serie di giochi, i ragazzi hanno rivissuto l’esperienza del popolo d’Israele. La narrazione si è svolta in quattro tappe, Egitto, Esodo, Deserto e Terra Promessa: gli Ebrei, oppressi in Egitto, liberati da Mosè, attraversano il Mar Rosso, si addentrano nel deserto, dove vengono miracolosamente saziati con la manna; raggiungono il Monte Sinai, dove Mosè riceve la Legge; quindi la Terra Promessa.

Dopo l’accoglienza animata dagli scout con il gioco della corda e la formazione delle squadre, si incomincia andando in “Egitto”. Qui, i ragazzi, dopo la risoluzione di un puzzle, devono costruire una piramide con dei mattoni e realizzare una mummia  fasciando uno di loro con rotoli di carta igienica; con l’ultimo puzzle, passano alla seconda tappa, l’ “Esodo”.

La risoluzione di un indovinello porta i ragazzi a ritrovare il bastone di Mosè, quindi attraversare il Mar Rosso, con le braccia legate in coppia, gli ebrei, a simboleggiare il loro essere diventato popolo; mentre gli egiziani con i piedi legati, a indicare le difficoltà che li hanno, poi, fatti soccombere.

Raggiunto il “Deserto”, mediante una caccia al tesoro che li vede dapprima individuare un’oasi in cui vengono rifocillati a simboleggiare la manna, poi mediante, l’alfabeto morse, ricostruiscono il passo riguardo al Vitello d’oro (Es 32, 4); ed infine, attraverso un percorso, raggiungono l’interno della chiesa e, ai piedi dell’altare, trovano le Tavole della Legge e quindi la “Terra Promessa”/Eucaristia. Quando tutti arrivano in chiesa, vengono deposti, vicino alle Tavole, i simboli del percorso: catene (Egitto); sandali e bastone (Esodo); manna/Eucaristia (Deserto/Terra Promessa).

Il percorso trova il suo pieno compimento nella celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo don Francesco Savino. Nell’omelia ci spiega che l’Esodo è l’esperienza di liberazione mai conclusa, è la vita tutta che finisce con la morte; ci mette in guardia da tre tentazioni/schiavitù:
•il potere
•la felicità determinata dalla ricchezza
•la felicità caratterizzata dalla quantità e non dalla qualità degli affetti.
Ci augura di raggiungere la felicità o meglio la santità che non è un luogo come lo era la Terra Promessa, bensì uno stato d’animo che si ottiene con l’assimilarsi a Cristo mediante l’amore e mettendo in circolo l’amore.

La festa termina con balli sul sagrato della chiesa e gustando ottimi panini nell’area adiacente il camioncino che li prepara.