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Corridoi umanitari, la diocesi di Cassano allo Jonio accoglierà sei rifugiati


Mercoledì 27 giugno 2018 arriveranno in Italia, attraverso i corridoi umanitari attivati dalla CEI in accordo con il Ministero degli Interni e della Difesa, la Comunità di S.Egidio e la Caritas Italiana, altri cento fratelli eritrei provenienti dai campi profughi in Etiopia.

La Diocesi di Cassano all’Jonio accoglierà sei persone grazie all’interessamento del Vescovo, mons. Francesco Savino e alla disponibilità della comunità parrocchiale Santa Maria Maddalena di Morano che si avvale della collaborazione della Caritas diocesana.

«Un segno concreto di accoglienza e di integrazione nella legalità – ribadisce anche in questa occasione mons. Francesco Savino – dei nostri fratelli profughi che fuggono da violenze, privazioni di ogni genere e dal rischio di perdere la vita. Facciamo così nostro l’appello del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Gualtiero Bassetti, per la “salvaguardia della vita umana”, e la loro “integrazione nelle società di accoglienza”.»

Il corridoio umanitario è un viaggio sicuro e legale che parte dai campi profughi in Etiopia. Un segnale della Chiesa davanti al dramma dei naufragi nel mar Mediterraneo. Dalla selezione nei campi profughi all’accoglienza delle Caritas diocesane, passano le storie di donne, uomini, bambini che hanno conosciuto ogni tipo di orrore e che sognano di arrivare in Europa per mettere fine a un incubo interminabile. Come quello di tante profughe, costrette a sposarsi ancora adolescenti, con figli, violentate ripetutamente dopo essere state arrestate in Egitto.

Ad attenderli all’aeroporto di Roma Fiumicino, ci sarà il segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino insieme con gli operatori delle Caritas diocesane, quindi anche quella di Cassano, che si occuperà di alcuni di loro aprendo una nuova pagina di vita che partirà dall’integrazione nella nostra comunità diocesana e in particolare in quella di Morano Calabro dove è già pronto un accogliente appartamento che offrirà ospitalità a due famiglie eritree. L’ex casa Maria Rosa, è stata, infatti, rimessa a nuovo dai volontari della Parrocchia Santa Maria Maddalena e consegnata alla comunità in una nuova veste che ha il sapore della carità, fanno sapere gli stessi volontari di “Casa del deserto”, come è stata denominata la nuova casa.

[GUARDA LA CONFERENZA STAMPA DI ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI]