Omelie

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria 8 Dicembre 2016


IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA [SCARICA]
8 dicembre 2016

Nella tradizione cristiana l’accadimento cardine, che ha indirizzato in maniera decisamente positiva il cammino storico dell’uomo, è Gesù di Nazareth, “nato da donna, nato sotto la legge quando venne la pienezza del tempo” (cfr. Gal 4,4). In Gesù si adempie un mirabile scambio: il Figlio di Dio si fa uomo perché l’uomo diventi figlio di Dio ed impari, sulle orme di Gesù, ad agire in maniera divina, cioè umanissima. Per questo il tempo si fa “pieno”, raggiunge la pienezza, perché è reso tale dalla Sua Presenza. Gesù è Presenza della rivelazione adempiuta del volto di Dio e del volto dell’uomo, divenuti carne nella Sua Persona, nella stanza nuziale del grembo di una donna di nome Maria (cfr. Giancarlo Bruni).

“Nel ventre suo si raccese l’amore!” (Dante). La disponibilità di Maria, l’esercizio libero della sua volontà hanno reso possibile al Verbo di farsi carne.

La festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria ci fa comprendere il nesso tra il progetto di Dio sul mondo e la libertà, più o meno esercitata bene, della persona umana. Infatti la promessa di Dio, che afferma che la “conflittualità” tra la discendenza della donna e il serpente si concluderà con la vittoria della stirpe della donna (Prima Lettura), trova compimento nella nascita di Gesù da Maria, la benedetta fra tutte le donne (Vangelo), cosicché l’autore della lettera agli Efesini può cantare che in Cristo Dio ha benedetto i credenti con ogni benedizione spirituale (Seconda Lettura). Se nel racconto delle origini, la Genesi, il peccato di Adamo e di Eva si concretizza come “deresponsabilizzazione”, come “palleggiamento” della colpa da uno all’altra, il Vangelo di Luca presenta Maria come la donna che dimostra la propria soggettività assumendo la sua responsabilità di fronte al Signore (“Eccomi” Lc 1,38).

Oggi siamo messi davanti ad una scelta: vivere come Adamo ed Eva, complici di un “delirio di onnipotenza” che non accetta i “limiti della conoscenza”, oppure vivere secondo Maria, la donna della fiducia e dell’affidamento, la donna che “si mette in gioco” rinunciando alle giuste e legittime pretese del suo progetto umano, la donna che compie il “salto nel vuoto” fidandosi di una “Parola-Progetto” che l’avrebbe posta anche sotto il facile giudizio sociale.
La preghiera della Colletta della festa dell’Immacolata riporta in sintesi quanto il nostro cuore desidera e chiede : “O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di Lui, l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito”.
Sentiamo rivolta a ciascuno di noi la domanda “Dove sei?” (Gen 3,9), a cui Adamo per paura e vergogna si sottrae, e proviamo a rispondere, come Maria, “Eccomi”, espressione di assoluta volontà a lasciarsi plasmare dalla proposta di Dio.

Maria, l’Immacolata, madre dei credenti, crede l’impossibile: Lei, la vergine che non ha relazioni con un uomo, concepirà e partorirà un figlio. Con questa scelta, Maria insegna che la fede è una forza che spinge a non rassegnarsi all’ineluttabilità dell’esistenza, al destino, al fato. La fede, come abbandono in Dio, non si arrende mai alla ripetitività coercitiva delle leggi di natura (cfr. la vecchiaia e la sterilità di Elisabetta, la verginità di Maria) e nemmeno all’ovvietà della morte. Credere l’impossibile non significa credere nell’irrazionale, nel magico e nell’insensato ma avere sempre presente come “fondamento della vita” la resurrezione, che dà senso “al tutto”.

Afferma opportunamente L. Manicardi, monaco di Bose, che “la fede crede l’impossibile perché crede la resurrezione. La fede fa affidamento su Dio a cui niente è impossibile, ovvero, che ha resuscitato Cristo dai morti. La forza della fede capace di trasportare montagne è tutta lì. E non è un mito, ma una realtà sperimentabile: la fede del piccolo gregge ha saputo spostare folle e affascinare i cuori di tanti”.

Le domande, lo stupore e l’imbarazzo di Maria davanti alla proposta dell’Angelo (cfr. Lc 1,29-34) rappresentano la sua fede concreta, che è umana e che dovrebbe essere costitutiva della fede di ogni credente.
Il “sì” di Maria sarà considerato da Elisabetta come l’atto con cui Maria “ha creduto che vi sarebbe stato l’adempimento alle parole del Signore” (Lc 1,45). Maria, dunque, ha creduto e per questo è la credente per definizione, “modello” di tutti i credenti. La sua fede è diventata una scelta in un momento preciso della sua vita, l’ha influenzata totalmente nella sua carne. Il credere di Maria ha provocato in Lei un “mutamento anche del suo corpo riplasmato dalla creatura che Lei si trova a portare in grembo. Ma sempre la fede è tale se diviene corpo, se si fa corpo, se si inscrive nel corpo umano” (L.Manicardi).

Quando la fede diventa obbedienza ad una Parola che ci trascende non nega la soggettività: Maria di Nazareth, mentre vive l’obbedienza nell’umiltà, frutto della forza e del vigore interiori, esprime anche la coscienza del suo posto nella storia della salvezza, cioè la coscienza di ciò che Dio ha voluto fare di Lei: “Ecco la serva del Signore!” (Lc 1, 38).
Con le parole di Papa Francesco possiamo affermare che “il messaggio della festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria può riassumersi con queste parole: tutto è dono gratuito di Dio, tutto è grazia, tutto è dono del suo amore per noi”.

Apriamo il cuore alla gioia che ha abitato Maria nonostante la “complessità” della sua vita e ravviviamo la nostra adesione fiduciosa all’Emmanuele, il Dio con noi.

L’Immacolata sostenga il nostro cammino.

✠ Francesco Savino