Omelie

Mercoledì Delle Ceneri


Gl 2,12-18; Sal 50; 2 Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18

2  Marzo  2022

 

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima che ci prepara alla Pasqua, quando proclamiamo che la morte è stata sconfitta definitivamente! L’annuncio – Cristo è risorto! –  contiene un potenziale rivoluzionario al quale siamo orientati per quaranta giorni trasportati come da un affluente che sfocia in un fiume più grande e, meglio ancora, come da un fluire sotterraneo e ignorato da tutti, finché non viene alla luce.

La liturgia di oggi è caratterizzata dall’imposizione delle ceneri. La cenere, ottenuta dal fuoco che ha bruciato i ramoscelli di ulivo, è simbolo di purificazione. La simbolica della cenere era già comune nell’Antico Testamento e nella preghiera degli ebrei: cospargersi il capo di cenere è segno di penitenza, di volontà di cambiamento. L’imposizione delle ceneri è un segno che significa un evento spirituale: il pentimento e la conversione. Il gesto, vissuto nell’invocazione dello Spirito, si imprime nel corpo, nel cuore e nello spirito del cristiano, favorendo la conversione.

La Quaresima è tempo di grazia, di lotta, di vigilanza.

È tempo di grazia in quanto riaffermiamo la certezza che Dio ci è favorevole, ci salva, ci è vicino in modo tutto particolare. Noi accogliamo la sua azione offerta mediante la Parola e i Sacramenti.

Durante il tempo quaresimale siamo chiamati a riflettere sul nostro Battesimo, su quanto da esso è sbocciato e fiorisce nella nostra vita personale ed ecclesiale.

La Quaresima è tempo di lotta: “dobbiamo prendere più vivamente coscienza della realtà conflittuale della nostra vita, della lotta che dobbiamo intraprendere contro il male, contro le tentazioni, contro tutte le forme di scoramento, di paura, di angoscia che ci minacciano” (Carlo Maria Martini).

È anche tempo di vigilanza: siamo chiamati a vigilare con attenzione sulla vita oltraggiata nel mondo attuale. Vigileremo meditando a lungo sulla Parola di Dio, dedicando tempo alla preghiera prolungata, riservandoci momenti di silenzio, praticando il digiuno, vivendo la cura dei fratelli. Il cardinale Martini: invitava a passare “dalla carità della verità alla carità delle opere, alla carità della pazienza e a quella di chinarci su quanti sono in difficoltà, emarginati, bisognosi”.

La Parola di Dio di oggi  traccia un itinerario per questo tempo di grazia: “Ritornate a me con tutto il cuore […] laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio […] i sacerdoti, ministri del Signore, dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti»” (Prima Lettura).

“Vi supplichiamo in nome di Cristo: «Lasciatevi riconciliare con Dio»”  (Paolo, Seconda lettera ai Corinzi). E ancora: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il padre vostro che è nei cieli” (Vangelo secondo Matteo).

Il messaggio di Papa Francesco per la quaresima di quest’anno reca il titolo: «Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a). Nel testo leggiamo: “In questo brano l’Apostolo evoca l’immagine della semina e della mietitura, tanto cara a Gesù (cfr Mt 13). San Paolo ci parla di un chairós: un tempo propizio per seminare il bene in vista di una mietitura. Cos’è per noi questo tempo favorevole? Certamente lo è la Quaresima, ma lo è anche tutta l’esistenza terrena, di cui la Quaresima è in qualche modo un’immagine. Nella nostra vita troppo spesso prevalgono l’avidità e la superbia, il desiderio di avere, di accumulare e di consumare, come mostra l’uomo stolto della parabola evangelica, il quale riteneva la sua vita sicura e felice per il grande raccolto accumulato nei suoi granai (cfr Lc 12,16-21). La Quaresima ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere”.

Così la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, nel messaggio intitolato “Quando venne la pienezza del tempo” (Gal 4,4), invita “a una triplice conversio­ne, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità”.

 

Anch’io ho preparato per la chiesa  affidata alla mia responsabilità una lettera pastorale Quaresima–Pasqua 2022 dal titolo: “Le parole che ci salvano. Il vocabolario della Quaresima e della Pasqua”. L’esigenza educativa mi ha spinto a scegliere alcune parole che risuonano nella liturgia perché diventino vita. Esse sono: conversione, penitenza, preghiera, speranza, gioia, resurrezione.

Apriamoci all’incontro con il Cristo per lasciarci correggere e fortificare da Lui per essere suoi testimoni.  

Buona Quaresima

✠    Francesco Savino