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Venerdì Santo 2018 in Passione Domini


 Venerdì  Santo  2018

in  Passione  Domini

30  Marzo  2018

 

Aveva scritto il profeta Zaccaria: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Zc 12, 10). E’ quello che la Chiesa fa stasera in questa celebrazione: volgere lo sguardo a Cristo inchiodato sulla croce per ritrovare in Lui motivi di speranza. Questo perché il Crocifisso è la Gloria di Dio. Nella tradizione dei Padri, la forma stessa della croce è significativa: indicando i quattro punti cardinali, la croce sembra abbracciare e unificare tutto lo spazio.

Solo il silenzio e la contemplazione ci aiutano ad entrare nel senso più inaudito di quel corpo appeso alla croce.

Le parole diventano suoni impotenti e non riescono ad esprimere la sofferenza dell’Uomo abbandonato alla solitudine più tragica.

Guardiamo a Cristo trafitto in Croce!

Tocchiamolo, abbracciamolo, parliamogli: è lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio.

È là muto e silenzioso.

È la sintesi significativa del dolore umano, dell’abbandono, della morte.

Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino.

Il Crocifisso fa parte della storia del mondo.

Parla a tutti!

Mettiamoci ai suoi piedi in compagnia della Madre, la Donna dei dolori, e del discepolo che Gesù amava, Giovanni, e lasciamoci attraversare dai momenti della “Via Crucis”.

“Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce” (Gv 18, 37). Pilato, l’uomo prigioniero dello scetticismo, replica a Gesù con la sua famosa domanda, della quale non attende risposta: “Che cos’è la verità?” (Gv 18, 38).

Sì, si può arrivare a dubitare che esista la Verità quando, come Pilato, si è prigionieri di meccanismi politici in cui la menzogna sembra regnare, governare i rapporti tra gli uomini, determinare il destino delle persone.

Non viviamo forse, anche oggi, il tempo della negazione della Verità?

E quanti sono coloro che vengono “crocifissi” ripetutamente dalle menzogne che passano per verità e dalle verità che passano per menzogne?

Anche oggi la Verità è crocifissa!

“La notte della passione di Gesù è stata la notte della menzogna per eccellenza. Mai un processo umano aveva dovuto decidere su un caso tanto cruciale. Si trattava di decidere se era vero o no che quest’uomo era il Figlio di Dio” (M. G. Lepori).

Se immaginiamo, seguendo “La leggenda del grande inquisitore”, incastonata in quel capolavoro letterario che sono i “Fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij, che Cristo sia tornato sulla terra ad incontrarci come popolo e come singole persone, anche noi Gli diremmo: “Vattene e non venire più … non venire mai … mai, mai!”.

“Noi abbiamo una legge”, dicono i giudei al governatore romano, “e secondo questa legge deve morire perché si è fatto Figlio di Dio” (Gv 19, 7). Questa dev’essere una menzogna: chi si dichiara Figlio di Dio non può essere dalla Verità. E’ conveniente che la Verità di Gesù sia menzogna!

“Ma che Cristo sia Figlio di Dio è in sé la sola verità che esiste, perché è la Realtà in cui tutto esiste, in cui tutto ha un senso, e tutto può essere vero a sua volta” (M.G. Lepori).

Negata e rifiutata la Verità, tutto ne consegue: Pietro cade tre volte nella menzogna del rinnegamento: “Non sono uno dei suoi discepoli!” I falsi testimoni si succedono. Il gran sacerdote coltiva le menzogne contro Gesù. I capi dei sacerdoti arrivano a mentire fino ad affermare di non avere altro re che Cesare. Pilato accetta di pronunciare una sentenza che è falsa perfino ai suoi occhi.

E Gesù, cosa fa? Subisce tutte le menzogne ma la Verità in Lui, con uno sguardo, purifica la menzogna di Pietro e, con il silenzio, domina la menzogna dei capi dei Giudei.

A conclusione della crocifissione e morte di Gesù ci sarà qualcuno che riconoscerà che Lui è la Verità: il centurione secondo l’evangelista Marco, proclamerà “davvero quest’uomo è il figlio di Dio!” (Mc 15, 38) e sempre il centurione, nel Vangelo di Luca, dirà: “veramente quest’uomo era giusto”.

Gesù è venuto per “rendere testimonianza alla Verità, poiché Lui è la Verità. Di fronte a Lui crocifisso, l’umanità si divide tra quelli che “appartengono alla verità” e quelli che scelgono di appartenere alla menzogna.

Questa sera, contemplando il Crocifisso, facciamo spazio alla Verità dentro di noi e fuori di noi, con la consapevolezza che non c’è Verità senza libertà.

Lasciamoci stupire da Cristo che, nel racconto di Dostoevskij, fa silenzio, si avvicina al vecchio inquisitore e lo bacia sulle vecchie labbra esangui.

Al bacio di un amico che tradisce si contrappone sempre il bacio di Cristo che sigilla il suo amore incondizionato.

Lasciamoci baciare da Cristo questa sera.

   Francesco Savino