Omelie

XIV Domenica del Tempo Ordinario 9 Luglio 2017


XIV  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 9 Luglio 2017

Dopo il lamento sulle città della Galilea perché non sono aperte alla novità del Regno annunciata e accompagnata da segni prodigiosi (cfr. Mt 11, 16-24), Gesù benedice coloro che lo accolgono. Davanti alla incredulità dei suoi contemporanei, che rimangono bloccati dagli insegnamenti degli scribi e dei farisei, Egli non si scoraggia ma trasforma lo scacco in un’opportunità di lode al Padre: “Ti ringrazio, o Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intellettuali e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre: così ti è piaciuto!” Anche nell’ora difficile, Gesù riconosce che Dio, il Padre, agisce attraverso di Lui: la Sua missione consiste nell’annunciare la bella notizia che il Regno di Dio è presente ed è rivelato ai poveri, ai semplici (cfr. Mt 11, 5; Is 61, 1) i quali, accogliendo Gesù, colgono la volontà del Padre. La Sua predicazione diventa, quindi, giudizio sul “mondo”: segna una rottura con tutti coloro che, con presunzione e arroganza, si autogiustificano ed erigono un muro di chiusura, invece di accogliere la bella notizia sul Regno di Dio. L’apostolo Paolo scrive, infatti: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i saggi, ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (1 Cor 1, 27).

Alla preghiera di rendimento di grazie e di lode, Gesù fa seguire una affermazione che permette di cogliere la Sua comunione intima con il Padre: «tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il figlio se non il padre e nessuno conosce il Padre se non il figlio e colui al quale il figlio vorrà rivelarlo». Da questa intimità d’amore tra Lui e il Padre non esclude i suoi discepoli, anzi, li invita a partecipare alla vita divina: Lui è la via definitiva per andare dal Padre, come leggiamo nel IV Vangelo (cfr. Gv 14,6). Gesù dice: «venite a me, voi tutti stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita».

Perché Gesù dice di prendere il Suo giogo, di imparare da Lui a vivere in modo mite e umile per trovare ristoro in Lui?

I rabbini contemporanei di Gesù ritenevano che la Torah, la Legge di Dio, fosse un giogo da portare perché grande era la responsabilità affidata a quanti erano partecipi dell’alleanza con Dio. Tale giogo era diventato sempre più gravoso e insopportabile a causa di interpretazioni eccessivamente rigoriste. I precetti che Dio aveva donato al popolo perché fosse libero si erano trasformati in “pesanti fardelli imposti da scribi e farisei sulle spalle della gente” (cfr. Mt 23, 2). Gesù, che si presenta come maestro e guida, interpreta la Torah con la coerenza della Sua vita facendo di essa una fonte di libertà. Egli è mite e paziente, rispetta chi incontra, non giudica e non condanna con arroganza i peccatori, è umile verso Dio perché Suo unico desiderio è compiere la volontà del Padre. Lo stile di vita di Gesù è connotato dalla misericordia che non consiste nella negazione delle esigenze etiche derivanti dall’alleanza con Dio ma nella compassione verso tutti gli esseri umani, perché in Cristo la verità non è mai disgiunta dalla carità. Questo equilibrio per noi difficilissimo, fa di Gesù un mite maestro di tutti, che non impone mai pesi insopportabili e non ha mai uno sguardo cinico sui peccatori. Tutta la sua vita, fino alla passione e morte, è segnata dalla mitezza e dalla “tenerezza combattiva”.

Proprio per tale ragione, Gesù è punto di riferimento, ieri e oggi, per tutti gli smarriti, stanchi e oppressi, per tutti i cercatori inquieti del senso della vita: il giogo di Gesù è dolce e il suo carico leggero.

Assumendo la Sua mitezza e umiltà, noi possiamo già vivere nell’oggi la beatitudine da Lui promessa: “Beati i miti perché erediteranno la terra” (Mt 5, 5; cfr. Sal 37, 11). Possiamo vivere “ il già e non ancora” del Regno,   preparato per noi come terra dei viventi.

Non dimentichiamo mai che Gesù  con i Suoi gesti ha raccontato la straordinaria tenerezza di Dio.

Questa Domenica sia per tutti giorno di tenerezza di Dio.

 ✠   Francesco Savino