Diaconato di Giuseppe Arcidiacono


Mons. Galantino e il neo diacono Giuseppe Arcidiacono


Ordinazione diaconale di Giuseppe Arcidiacono
Chiesa Cattedrale, 16 novembre 2013



dall'Omelia del Vescovo

La cornice biblica e liturgica all'interno della quale conferisco l'Ordine del Diaconato a Giuseppe è la stessa all'interno della quale, sette giorni fa, ho ordinato Diacono Maurizio. Anche oggi, XXXIII Domenica dell'anno liturgico, la Chiesa ci invita ad alzare lo sguardo verso ciò che ci attende dopo questa esistenza mortale. A dispetto delle immagini che potrebbero apparirci come immagini da fumetto dell'orrore (guerre, terremoti, astri che cadono ecc), nell'intenzione della Chiesa c'è la stessa amorevole preoccupazione che ha spinto Gesù a richiamare l'attenzione dei suoi discepoli sulla "fine dei tempi", per aiutarli a non soccombere di fronte alla forte tentazione di appiattirsi sull'esistente e di cedere al fatalismo. Il contesto nel quale parla Gesù non è molto diverso dal nostro. Chi può negare il fatalismo rinunciatario che - per stanchezza o per calcolo - caratterizza spesso questo nostro mondo e talvolta la stessa nostra Chiesa? Chi può negare la fatica che anche oggi si fa, dentro e fuori della Chiesa, a tenere desta la voglia di vivere con passione gli impegni del Vangelo? Chi può negare la sconsolante constatazione dell'esistenza, dentro e fuori della Chiesa, di atteggiamenti derivanti da scelte di comodo e per niente evangeliche? Per sfuggire alla presa mortale di questo contesto, dove le guerre e i terremoti ....

... A te, Giuseppe, che hai chiesto alla Chiesa di essere ordinato Diacono, domando: accetti davvero che la tua vita sia posseduta da Cristo e dalla sua Chiesa, divenendo così segno visibile di speranza per gli altri? Devi sapere che le difficoltà presenti nell’ambito della società in cui viviamo sono altrettanto presenti nella Chiesa e nella nostra Diocesi. Avete ragione, voi giovani, ad avere talvolta paura di affidare la guida della vostra vita ad altri uomini, con difetti come quelli che scorgete in voi. Però, alla luce della Parola di Dio, sai cosa ti dico, Giuseppe? Vai oltre e prendi il largo! lo dico a te come lo dico a ogni giovane che ascolta. Fidati della Parola di Gesù-Maestro più che delle parole che puoi sentire da bocche spesso rassegnate, anche di confratelli sacerdoti. No! Non farti frenare, Giuseppe. La nostra Diocesi è più bella di quello che appare; il nostro territorio è più ricco delle miserie che lo condizionano. Le domande di guida spirituale e di testimonianze coraggiose sono più numerose di quelle che noi Sacerdoti riusciamo a intercettare. Perciò c'è bisogno di vocazioni! Ma non di vocazioni qualsiasi. Non di cerimonieri disincarnati o di faccendieri spregiudicati! No! C'è bisogno di gente disposta a mettere la propria vita nelle mani del Signore, con passione e senza calcoli! Fra poco indosserai la stola, ma disposta in maniera diversa da come la indossano i Sacerdoti. Non è un modo per distinguere il Diacono dal Sacerdote, come se la posizione diversa della stola stesse a indicare la diversità di grado. Quella stola messa in quel modo ricorda il pezzo di stoffa con il quale il servo teneva raccolta la sua veste per essere più libero e più celere nel servizio. Altro che stole ricamate d'oro! Così è per la dalmatica. Essa ricorda, diremmo noi oggi, la divisa di lavoro del servo. Quindi stola, indossata di traverso, e dalmatica richiamano il servizio che sei chiamato a rendere al Signore Gesù nei poveri. Pur conoscendo le tue fragilità, come io conosco le mie, pronunzia con gioia il tuo "Sì" al celibato per il Regno.  ... continua>>

 

Nunzio Galantino
 

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