Assemblea Ecclesiale Diocesana
Castrovillari, Parrocchia San Girolamo
venerdì 8 settembre 2017
Introduzione del Vescovo
Buonasera a tutti!
Vi abbraccio cordialmente ringraziandovi per la partecipazione che recherà contributi notevoli nella diversità della responsabilità di ciascuno: presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, fedeli laici, delegati dalle parrocchie e dalle aggregazioni ecclesiali e responsabili degli uffici pastorali.
Diamo inizio a questa assemblea con le parole del profeta Isaia al capitolo 35: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di Narciso fiorisca; si, canti con gioia e con giubilo[… ]Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio […] viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno le orecchie dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa…. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa”.
Che la gioia e il giubilo apra i nostri cuori all’azione dello Spirito perché possiamo percorrere il sentiero e la strada che “chiameranno via santa”.
I Relatori che ci hanno già raggiunti, e che saluto in modo particolare, sono per noi compagni di strada: con i loro interventi contribuiranno a dare impulso alla nostra certezza di far parte di un popolo che viene da lontano e che in Gesù è diventato un solo corpo.
Ringrazio don Armando Augello, docente di esegesi biblica, per la Lectio Divina che ci ha trasmesso sui versetti 35-39 del capitolo 8 della Lettera ai Romani, in cui l’interrogativo “chi ci separerà dall’amore di Cristo?” fa da architrave a tutta la pericope.
Un grazie a don Luigi Girardi, preside dell’Istituto di Liturgia Pastorale “Santa Giustina di Padova” cui è affidato il tema: “Per una comunità generativa” per suggerirci tracce di riflessione sulla comunità cristiana come soggetto-grembo che genera alla fede gli uomini e le donne.
Ringrazio anche fratello Enzo Biemmi, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze religiose di Verona, nonché membro della consulta nazionale per la catechesi e presidente dell’équipe europea dei catecheti: è già venuto tra noi ed ha condiviso le nostre riflessioni su come oggi si vive l’iniziazione cristiana e ci ha sostenuto nell’impostazione di questa assemblea. Svolgerà infatti il tema: “Evangelizzazione e iniziazione cristiana”.
Richiamo quanto ho scritto nella lettera con cui vi ho convocati: “l’iniziazione cristiana lavora per ridisegnare il volto concreto della parrocchia, la sua identità[…] il rapporto parrocchia/catechesi viaggia di pari passo con la questione ben più complessa e fondamentale della forma ecclesiae; ne è da un lato un punto esemplare di emersione e dall’altro un fattore determinante per la sua decostruzione-ricostruzione”. (Generare alla fede a cura di E.Falavegna e D.Vivian Ed. Messaggero Padova pag.180)
Siamo consapevoli che “le attuali proposte di catechesi di IC non iniziano più alla vita cristiana; la partecipazione all’Eucarestia domenicale è scarsa; tre su quattro tra dopo la cresima ed entro gli inizi degli studi universitari lasciano. La catechesi di IC, così come è strutturata appare come un simulacro: è rimasta la struttura ma non la fede che la presupponeva. Il mondo ci è entrato in casa, ossia che la mentalità pluralista, secolarizzata, globale … non è solo di chi è “fuori”, degli altri, ma è la nostra (cfr. EG 2) … ciò che oggi occorre è “offrire a tutti il Vangelo e i sacramenti a qualcuno, mentre noi stiamo ancora … dando i sacramenti a tutti e il Vangelo a qualcuno“” (verifica di Verona, a cura di Giuseppe Laiti e Andrea Magnani, 2015).
Il disagio dei parroci e dei catechisti aumenta sempre di più; si ha la sensazione di lavorare inutilmente e di prestarsi a un gioco di cui ormai sono evidenti i sottointesi: i bambini battezzati sono inviati in parrocchia per i Sacramenti della prima Confessione, della prima Comunione e della Cresima; la famiglia delega il compito della formazione cristiana alla parrocchia la quale lo delega al catechista. I genitori, tranne qualche rara eccezione, non si lasciano coinvolgere in un cammino di fede. L’iniziazione cristiana diventa per molti ragazzi la conclusione della vita cristiana.
Urge allora studiare modelli di iniziazione cristiana sperimentati altrove che possano essere mediati nella nostra Diocesi. E’ l’ora della conversione della pastorale ed è l’ora di una pastorale in conversione in cui la comunità dei credenti, nella corresponsabilità di presbiteri e laici, sia il soggetto della evangelizzazione . Siamo chiamati ad essere audaci e coraggiosi, a non avere paura, perché ogni forma di paura è segno di mancanza di disponibilità ad accogliere le opere imprevedibili e fecondative dello Spirito.
In questa assemblea, focalizzata sul secondo segmento della programmazione pastorale avviata lo scorso anno su evangelizzazione e Comunità cristiana, mi aspetto dai lavori dei gruppi di studio proposte operative sull’ iniziazione cristiana. Le relazioni di don Luigi Girardi e di fratel Enzo Biemmi forniranno delle ottime tracce di riflessione. Liberate la vostra creatività e la parresia nel confronto.
Suggerisco qualche domanda di partenza:
– E’ possibile una iniziazione cristiana senza una comunità generativa?
– E’ ancora credibile il percorso di iniziazione cristiana volto ad “erogare servizi sacramentali”?
– Possiamo continuare a proporre una IC senza il coinvolgimento dei genitori come soggetti attivi di evangelizzazione?
– E’ possibile, in questo tempo di “desertificazione spirituale”, osare una iniziazione cristiana che restituisca dignità e speranza alla comunità?
Ricordo che “L’azione evangelizzatrice deve cercare costantemente i mezzi e il linguaggio adeguati per proporre o riproporre loro la rivelazione di Dio, e la fede in Gesù Cristo” (E.N. n.52).
Ed ancora: “La nuova evangelizzazione, non è semplicemente un programma, ma un modo di vedere il mondo che ci circonda e un modo di invitare le persone ad aderire al Vangelo. Tutto questo può prendere diverse forme, tenendo sempre presente che al cuore della nuova evangelizzazione c’è l’incontro con il Signore, un incontro da incoraggiare nelle difficoltà dei nostri tempi”. (cfr. Marco Piccoli – Manuel Rossi, Generare alla fede, a cura di Ezio Falavegna e Dario Vivian)
Auguro a tutti di essere mendicanti e pellegrini sulla strada del Vangelo nella testimonianza che è bello vivere alla sequela di Gesù.
Buona Assemblea.
✠ don Francesco