
Signor Sindaco,
Signor Presidente del Consiglio,
Signori assessori,
Gentili membri del Consiglio Comunale,
Autorità militari,
Illustri Cittadini e Cittadine di Castrovillari,
con profonda gratitudine e commozione ricevo questo prestigioso riconoscimento che mi rende, felicemente, un cittadino onorario di Castrovillari.
La vostra generosità e l’affetto dimostrato verso di me, in tutti questi anni, sono testimonianze tangibili del vostro codice di vita accogliente.
Che senso ha oggi per me il conferimento di questa cittadinanza?
Come ha scritto Italo Calvino, un uomo che le città le ha percepite anche invisibili, “Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e paure”. Oggi sento entrambe queste spinte, il desiderio e la paura e cercherò di entrare in casa vostra come un ospite atteso ma in punta di piedi.
Il mio ingresso sarà fatto di tenerezza e ascolto e mi siederò alle vostre mense, a condividere il pane della vostra quotidianità, il caos dei vostri affanni e il rumore delle vostre preoccupazioni.
Nel cuore di ogni comunità risiedono desideri profondi e paure ancestrali che, come un filo invisibile tengono insieme esperienze ed aspirazioni di ciascuno e ciascuna.
Sono questi sentimenti, spesso contrastanti, a modellare il nostro vivere quotidiano e a plasmare il nostro futuro collettivo.
Quali sono i miei desideri? Quali le mie paure?
Uno dei miei desideri più ardenti è quello di fare in modo che questa bella cittadina viva in armonia e pace, sogno una Castrovillari fatta di “(…) quelli che perdonano per lo Tuo amore e sostengono infirmitate e tribulazione”, come nelle parole del Santo poverello di Assisi.
Desidero che questa città si senta sempre più una comunità in cui si incontrino appartenenza ed identità, sempre nel rispetto delle tradizioni, delle culture e dei valori che poi ne definiscono l’essenza. Accanto a questi desideri, sorgono inevitabilmente delle paure. La più forte è quella delle divisioni e dei conflitti determinati dalla smania del potere. Non fate mai in modo che le invidie e le competizioni sleali possano minare il vostro spirito comunitario, perché le fratture create indeboliscono il tessuto sociale prima e quello economico poi. L’invidia può generare steppe di povertà. Siate attenti e vigili sulle ingiustizie perché l’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque. Lottiamo insieme contro le disparità economiche e sociali affinché si superino quelle disuguaglianze che feriscono la dignità umana e alimentano il risentimento.
A Castrovillari ho sempre trovato un microcosmo di umanità in cui, seppure spesso attecchiscono, invidie e cattiverie, tutto è retto da una indomabile speranza, da una profonda solidarietà e da una straordinaria capacità di sognare. Proprio questa dualità riflette la complessità e la bellezza dell’animo umano e queste ombre e queste luci si accolgono e si affrontano con la cooperazione e l’amore reciproco.
In questo modo divento anche io parte di questa comunità. Farne parte non è un fatto legato ad una condizione di coesistenza fisica o geografica, piuttosto un profondo legame spirituale e morale che, da oggi, ancor di più ci unisce, in una rete di relazioni che ci rende partecipi della vita gli uni degli altri. Questo perché la vera comunità è una comunione di amore, basata su ciò che è veramente eterno e duraturo, il tutto animato da una profonda amicizia con Cristo che è il fondamento di ogni esperienza di vita comunitaria. Mi vengono in mente, in questo momento in cui il mio cuore si apre alla gioia, le parole di un uomo che ho molto amato, Dietrich Bonhoeffer, pastore della chiesa protestante luterana, ucciso a Flossenbürg in un campo di concentramento all’età di 39 anni, il quale sosteneva, nel suo testo “La vita comune”, che “Un cristiano incontra l’altro soltanto per mezzo di Gesù Cristo. È soltanto attraverso Cristo che si riconosce il fratello. È Cristo che apre la strada, ostruita dal nostro IO, verso Dio e il fratello” .
Essere comunità è, dunque, un invito ad uscire da noi stessi perché non è la comunità ad essere modellata a nostra immagine ma siamo noi che, attraverso la vita in comunione con l’altro e con l’altra, diventiamo sempre più immagine di Dio e abbiamo la possibilità di sperimentare la verità dell’amore. Cercando la verità dell’amore, ci accorgiamo anche quanto sia difficile amare, costruire e che questa costruzione non è mai “una volta per tutte” ma una continua ricerca in cui ciascuno di noi è apprezzato come dono unico ed irripetibile.
“Ora voi siete corpo di Cristo e, ciascuno secondo la propria parte, sue membra” (1 Cor 12,27).
San Paolo ci ricorda che ognuno di noi ha un ruolo fondamentale da svolgere e che la nostra diversità non è solo qualcosa da accettare, piuttosto qualcosa da elevare, da essere celebrata come una ricchezza che contribuisca al bene comune. Riconosco con umiltà l’onore che oggi mi è stato concesso e la gioia di condividerlo anche con un confratello nella fede e nella vita: don Luigi Ciotti. Amico e compagno di battaglie interiori ed esteriori, un uomo di fede ancorata al cielo ed alla terra, un consacrato a Cristo ed all’amore per la gente, per la legalità e per il servizio.
Con-dividere questo riconoscimento con lui mi riporta ad un’altra dimensione dell’essere comunità che è l’operosità. Come scrisse il poeta Kahlil Gibran: “Il lavoro è amore reso visibile” e allora ringrazio anche lui per il suo impegno quotidiano, la sua passione e tutti quei mattoni che, giorno per giorno, posa e che contribuiscono ad edificare una società LIBERA, giusta e solidale.
Infine, nel ricevere questo riconoscimento, rinnovo il mio impegno a servire con dedizione e profondo amore questa città, con la mia preghiera ed il mio servizio.
Da oggi avete un castrovillarese in più ma io sono più ricco perché ho ciascuna e ciascuno di voi, nel mio cuore.
Con profonda gratitudine
Castrovillari, 17 Giugno 2024
Vostro ✠ Francesco, Vescovo