Sabato 15 giugno, è stato inaugurato il dormitorio, “padre Lazzaro Longobardi”.
La scelta della Caritas diocesana, sostenuta da S. E. mons Francesco Savino, di aprire a Sibari una struttura, munita di 10 posti letto, di un servizio colazione e di un servizio doccia, nasce dopo un’attenta e scrupolosa lettura dei bisogni che affliggono, in maniera sempre più marcata, il nostro territorio.
Un dormitorio, dunque, che possa rispondere concretamente al richiamo di coloro che si misurano ogni giorno con la fatica di non riuscire a restituire dignità alla propria vita, di coloro che, sotto il peso della precarietà e dell’incertezza, sono costretti a vivere per strada e a rinunciare alle pareti di una casa, calde e rassicuranti.
In questa zona della Sibaritide, afferma il nostro Vescovo, “assistiamo ad un aumento vertiginoso dell’usura, all’espansione del controllo da parte del potere malavitoso, di chi vuole servirsi del territorio, piuttosto che servirlo. Con quest’opera segno, quindi, desideriamo porre un gesto di speranza e di prossimità”.
Ai poveri, agli ultimi “va data la parte migliore, ai poveri bisogna dare la bellezza”.
Le parole di mons. Francesco Savino, rivolte ai presenti, la mattina del 15 giugno, esortano a percepire l’importanza di un impegno e di un lavoro costante da parte di tutti, affinché la logica comunitaria possa prevalere sulla tentazione di cedere a forme di individualismo, affinché il bene comune possa scuotere il dovere di corresponsabilità, oggi sempre più soffocato dall’autoreferenzialità e da un narcisismo patologico. “Noi dobbiamo essere una comunità, la comunità dei beni comuni, perché solo i beni comuni attivano processi di cambiamento”.
Aprire un’opera segno, continua “significa organizzare la speranza, perché se la speranza non la organizzi, diventa soltanto un’illusione e genera sempre più frustrazione e amarezza. Noi dobbiamo essere capaci di conversare con la Parola e capire cosa lo Spirito ci suggerisce”.
Il dormitorio, a disposizione dei 22 comuni della diocesi, verrà gestito e organizzato dalla Caritas diocesana che lavora instancabilmente per fronteggiare, come ha sottolineato il direttore don Mario Marino, le difficoltà e le criticità originate da una povertà sempre più dilagante.
La decisione di intitolare la struttura a padre Lazzaro Longobardi, inoltre, viene concepita dalla volontà di stabilire una continuità duratura con la memoria di un uomo che, scegliendo di non lasciarsi sopraffare dall’indifferenza e dalla paura, non ha esitato e ha dedicato la sua vita agli ultimi, agli emarginati e a tutti coloro che bussavano alla sua porta, certi di trovarvi riparo e conforto. Fare memoria ci offre l’opportunità di interrogarci, di fare discernimento e di arricchire di una maggiore convinzione e consapevolezza le nostre scelte presenti.
Giusi Campana