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“AL VEDERE LA STELLA, PROVARONO UNA GIOIA GRANDISSIMA” (Mt 2,10) … NEGLI SGUARDI DEI PIÙ PICCOLI.


La destinazione del lungo viaggio compiuto dai Magi è l’incontro con il Signore, colui che arricchisce di senso le loro fatiche e restituisce grandezza alle loro scelte. Un viaggio non privo di ostacoli e di insidie, ma sorretto dal desiderio della ricerca e dall’incanto dell’attesa.

Come ha sottolineato S. E. mons. Francesco Savino, “La stella, in latino sidus, che orienta il cammino dei Magi, richiama il desiderio (in latino de-siderium) che abbiamo tutti, che ci mette in movimento specialmente quando avvertiamo la necessità di vedere chiaro nella nostra esistenza. Il desiderio genera in noi una grande gioia perché è vitale. Quando cessa ogni desiderio, siamo bloccati, per così dire, quasi morti”.

Accade anche “di avere la gloriosa possibilità di riconoscere Cristo nelle tante esperienze della vita, eppure non lo riconosciamo! L’azione delle fede è riconoscere: riconoscere e assumere un altro sguardo, un altro cuore, un altro modo di essere nel mondo”.

 È proprio per non sfuggire alla possibilità di riconoscere Cristo nelle tante esperienze della vita, il nostro Vescovo, grazie all’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana, “L’appetito vien studiando”, e al Direttore della Caritas diocesana, don Mario Marino, ha voluto fortemente, anche quest’anno, rivolgere il proprio sguardo e il proprio cuore ai bambini.

Ai minori, dunque, della nostra diocesi e in particolare a quelli del centro socio-educativo “L’appetito vien studiando”, della “Casa di Zaccheo” e della “Casa di Y’Shua” è stata donata la consueta e tradizionale calza della befana.

Un gesto semplice, ma carico di significato, di attenzione e di vicinanza, soprattutto in questo tempo dilaniato dalle incertezze e dalle difficoltà, provocate dall’emergenza sanitaria.

Un gesto concreto che viene animato dalla convinzione che “nel semplice incontro di un uomo con l’altro si gioca l’essenziale, l’assoluto: nella manifestazione, nell’«epifania» del volto dell’altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui lo posso condividere con l’altro”.