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“E’ entrato nel cuore della gente e ha lasciato un’impronta in tutti noi”: il saluto di mons. Di Chiara al vescovo Galantino


Il saluto dell’amministratore diocesano, mons. Francesco Di Chiara, già vicario generale della Diocesi, al vescovo mons. Nunzio Galantino che martedì 10 marzo 2015 ha concluso il suo ministero episcopale a Cassano.


Ecc.za Rev.ma,

il suo motto episcopale recita: inclina cor meum in testimonia tua: piega il mio cuore ai tuoi insegnamenti, alla tua parola, alla tua volontà: è questo che chiediamo al Signore ora, Ecc.za,che sta per lasciarci.

E’ stato in mezzo a noi come pastore tre anni: il 10 marzo 2012 ha iniziato il suo ministero in questa diocesi. Tre anni sono pochi, ma sono stati sufficienti per entrare nel cuore di tanta gente e per lasciare un’impronta in tutti noi. Pensavo, si licet parva componere magnis, che anche il ministero pubblico di Gesù è durato tre anni e ha lasciato nei discepoli l’impronta indelebile che conosciamo. La vita, i legami che si generano non sono il frutto della somma degli anni.

Non voglio elencare quanto lei, Ecc.za, ha fatto in questi anni. Tutte le nostre opere sono scritte in cielo.

Voglio solo accennare a due elementi che,a mio parere, hanno orientato il suo ministero:
PRIMO: il servizio della parola, dell’annuncio: nel suo stemma episcopale sulla destra vi è l’antico ambone della Chiesa Madre di Cerignola con l’Alfa e l’Omega e sulla sinistra un braccio con il giglio che nella iconografia classica fa presente l’evento dell’Annunciazione: cioè il primato della parola.

Lei in questi anni ci ha annunciato la parola fatta carne in Gesù Cristo; una parola non tanto scritta in documenti ma  incarnata nella vita,nella storia della nostra diocesi, negli avvenimenti che in questi tre anni si sono susseguiti. In tutti i ritiri spirituali mensili, negli esercizi spirituali a Mormanno noi sacerdoti abbiamo goduto nell’ascoltare la sua parola sempre piena di vita, di entusiasmo.

Tutte le sue omelie, tutti i suoi interventi hanno guidato il cammino di questa chiesa. E’ stato tra noi come sentinella vigile, attenta alla storia di questi anni (episcopo vuol dire proprio osservo dall’alto).

SECONDO: Ricondurre all’unità intorno al Vescovo, figura di Gesù Cristo, tutte le realtà della diocesi: perciò ha voluto ridare alla Cattedrale, resa splendente, il suo vero significato di Chiesa Madre e considerare il Seminario, con la comunità vocazionale, come cuore pulsante della vita diocesana. Tante sono state le occasioni per riunire intorno al Pastore nella Cattedrale noi sacerdoti con il popolo di Dio. Ha operato per rendere questa Chiesa bella, non solo quella fatta di pietre, ma quella fatta di pietre vive, rimettendo al centro il primato della vita spirituale, ridandole coraggio e liberandola dalla sudditanza culturale e psicologica al mondo.

La ringraziamo Ecc.za perché, nella semplicità di un fratello, è stato in mezzo a noi con il cuore fino all’ultimo giorno. Lascia questa Diocesi per compiti molto più importanti a cui il S. Padre l’ha chiamata. La ringraziamo anche perché del suo bel rapporto con Papa Francesco ha reso partecipi anche noi.

Lenisce un po’ questa sofferenza sapere che il S. Padre ha già provveduto a darci un nuovo pastore, Mons. Francesco Savino, che continuerà a fare presente Gesù in mezzo a noi. Mi ha incaricato di rivolgerle il saluto e l’abbraccio più caloroso.

Io personalmente la ringrazio per la fiducia mostrata chiamandomi a collaborare più da vicino in questi ultimi mesi.
Mi è stato di esempio per la schiettezza, l’umiltà, anche se non sembra, la pazienza, la capacità di ascolto con cui si poneva di fronte ai problemi.

Farsi umili e piccoli è ciò che ci fa grandi agli occhi di Dio.
Grazie di tutto. Che il Signore accompagni i suoi passi e la Vergine Maria vegli sempre su di lei.

Don Francesco Di Chiara