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Assemblea diocesana, l’introduzione del Vescovo Savino: “Generare i giovani alla vita e alla fede”


Buona sera a tutte a tutti!

Abbraccio tutti voi, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, fedeli laici, delegati dalle parrocchie e dai movimenti e aggregazioni ecclesiali e i responsabili degli uffici pastorali.

Un saluto tutto speciale a voi adolescenti e giovani, a tutti quelli che hanno camminato con gli altri giovani della Calabria da Serra San Bruno al Santuario di S. Francesco di Paola, a voi che insieme a me avete vissuto emozioni indicibili nell’incontro con Papa Francesco a Roma nell’agosto scorso. 

Voi siete i protagonisti di questa IV Assemblea Diocesana che mi vede come Vescovo condividere un’altra tappa del nostro cammino ecclesiale.

Il tema è ormai noto a tutti: “Generare i giovani alla vita e alla fede  nella comunità cristiana: una sfida educativa”.

Nella lettera di convocazione dell’assemblea ho parlato di una felice coincidenza: la nostra assemblea si svolgerà in concomitanza del Sinodo che avrà come tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, Sinodo voluto fortemente da Papa Francesco.

Dedicheremo due anni di riflessione e discernimento agli e con gli adolescenti e ai e con i giovani: ci metteremo in ascolto, ci lasceremo interpellare e interrogare da ciò che sono e da ciò che vorrebbero essere, dalle loro paure, dai loro sogni, dalle loro fragilità e dalle loro attese.

Lasciatemi ringraziare i relatori che sono già qui e che ci accompagneranno stasera e domani nel nostro percorso di riflessione: l’amica teologa Rosanna Virgili, compagna di sogni, che ci ha ancora una volta stupito con la sua lectio divina sul “discepolo che Gesù amava”, il giovane sociologo Giuliano Ricca ancora una volta ospite della nostra assemblea, che ci ha aiutato nella elaborazione e nella decodificazione dei questionari che abbiamo somministrato agli adolescenti e ai giovani, sia quelli che partecipano alla vita delle nostre comunità parrocchiale sia quelli che vivono in una situazione di soglia, di attesa, sia quelli che sono completamente indifferenti alla domanda e alla esperienza religiosa. Un saluto che vuole anche esprimere una gratitudine senza se e senza ma a don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale della Pastorale Giovanile che ci aiuterà a riflettere sul tema una “Chiesa-comunità che progetta la pastorale giovanile”. Il lavoro di don Michele in questi anni è stato straordinario: basti solo ricordare la GMG vissuta a Cracovia con la cabina di regia “Casa Italia” che ha visto in don Michele un grande punto di riferimento e ricordiamo anche l’evento di Agosto nell’incontro con il Papa.

Ringrazio di cuore il confratello S.E. Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo – abate di Modena – Nonantola, che nonostante i suoi molteplici impegni si è reso disponibile ad essere qui con noi per aiutarci a riflettere sul tema: “Giovani e Chiesa tra ricerca di senso, desiderio di Dio e generazione alla Fede”. Sarà la seconda relazione che fa da architrave alla nostra assemblea.

Domani ci metteremo poi, in silenzio, in  ascolto degli adolescenti e dei giovani: sarà un momento topico della nostra assemblea diocesana.

Questo momento sarà coordinato dal dottor Roberto Fittipaldi direttore dell’ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali. I nove laboratori tematici di domani pomeriggio, che declineranno tutti gli ambiti e i mondi vitali dei nostri giovani, saranno una occasione kairotica di riflessione e confronto, laboratori dai quali emergeranno istanze che saranno presentate a tutta l’assemblea dalla psicologa Carla Bonifati, da don Ivan Rauti, sacerdote della diocesi di Catanzaro, delegato regionale di Pastorale Giovanile e da don Francesco Cosentino, docente di Teologia alla Gregoriana di Roma: vi ringrazio tanto per tutto quello che darete come contributo alla nostra riflessione. Desideriamo costruire con tutti un mosaico che ci consenta di valorizzare carismi e competenze per meglio ascoltare ciò che lo Spirito vuole dire alla nostra Chiesa locale sugli adolescenti e i giovani che abitano il nostro territorio.

L’instrumentum Laboris del Sinodo dei vescovi ci consegna tre verbi per aiutarli a sognare in una cultura dell’indecisione e dello scarto: riconoscere, interpretare, scegliere.

“Prendersi cura dei giovani” è il punto di partenza per accompagnare “tutti i giovani, nessuno escluso”, tramite un discernimento finalizzato ad offrire “strumenti pastorali per cammini vivibili da proporre ai giovani di oggi”. I giovani sono il volto missionario della nostra chiesa. La loro voce è richiamo agli adulti ad una testimonianza di coerenza e responsabilità attraverso l’assunzione dei valori che rappresentano il fondamento dell’esistenza. Esorto me per primo e poi tutti voi a superare la logica del paternalismo e della retorica e a non continuare più a “rubare il futuro” ai nostri giovani. Diciamocelo con chiarezza: “spesso i giovani faticano a trovare uno spazio nella chiesa in cui possano partecipare attivamente e assumere ruoli di leadership. La loro esperienza li conduce a ritenere che la chiesa li consideri troppo giovani ed inesperti per assumere ruoli di leadership o prendere decisioni, in quanto non farebbero che commettere errori” (Instrumentum Laboris). Ed è altrettanto chiaro che dove i giovani ci sono e sono valorizzati, lo stile di chiesa e il suo dinamismo acquistano una forte vitalità, capace di attirare l’attenzione.

Ho chiesto ai giovani della Diocesi di scrivere lettere al Vescovo con grande libertà, senza peli sulla lingua, e una di loro, parlando della chiesa che vorrei, scrive: “Vorrei una chiesa in cui i pastori camminino con i loro parrocchiani … sacerdoti con tanta fantasia e voglia di vivere … vorrei una chiesa aperta a tutti dove non è necessario essere per  forza presidente di qualche associazione … vorrei una chiesa dove la figura di Cristo non sia ridotta ad un puzzle … vorrei una chiesa in cui i vari uffici collaborino tra di loro … vorrei una chiesa con un linguaggio nuovo, che ricordi che il Signore legge i cuori e che il cristianesimo è gioia … vorrei che la chiesa non fosse un ufficio di collocamento … vorrei una chiesa del servizio e non del potere”.

Che bellezza! Che autenticità! Quante provocazioni in questa lettera. Questo vuol essere la nostra Assemblea: un convenire in cui attraverso la preghiera, l’ascolto, la riflessione e il confronto, possiamo deciderci ad osare di più. E’ l’ora del discernimento, ma ancora di più è l’ora della corresponsabilità profetica che ci porti a guardare il mondo con fiducia e speranza.

Buona Assemblea.

    don Francesco