Omelie

ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA


Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1 Cor 15,20-27a; Lc 1, 39-56

 

Lunedì  15Agosto  2022

La speranza della resurrezione è il “peso specifico” del Cristianesimo, la certezza che la morte non è l’ultima parola pronunciata sugli esseri umani e sulla creazione intera. L’apostolo Paolo ci ricorda: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1Cor 15, 20). Ed è Lui “il primo nato tra quelli che sono morti” (Col 1, 18). Dobbiamo, con onestà, riconoscere la nostra fatica a credere nella resurrezione, di cui ogni eucarestia è memoriale.

Una domanda si impone alle nostre coscienze di credenti: crediamo veramente nella vita eterna che ci attende dopo la nostra morte?

La festa dell’Assunzione di Maria al cielo, in Oriente, chiamata “dormitio virginis” si inserisce proprio dentro il cuore di questa domanda.

La chiesa, nel suo pellegrinaggio di fede che cerca sempre di approfondirne il contenuto, fin dai primi secoli ha compreso che in Maria, Madre del Risorto, donna che aveva permesso lo “mirabile scambio” tra Dio e l’uomo era anticipata la meta che attende ogni essere umano: l’assunzione di tutto ciò che è umano e di ogni essere umano nella vita di Dio, per sempre. “Dio tutto in tutti”! (cfr. 1Cor 15, 28).

La chiesa, pertanto, ha proclamato progressivamente, gradualmente, Maria al di là della morte, in quella dimensione altra che noi chiamiamo “cielo”: Maria è terra del cielo.

Non è difficile capire ciò che è accaduto a Maria e in Maria se dialoghiamo con il brano del Vangelo di oggi, l’incontro tra Maria ed Elisabetta, che si conclude con il canto del Magnificat. Un testo che ci racconta una cosa fondamentale: la vita eterna per ciascuno di noi ha inizio nel “qui ed ora”, se siamo capaci di amare ed essere amati, un amore che manifesta la bellezza della verità della nostra fede e della nostra speranza.

Maria dopo il suo “Eccomi” andò in fretta verso la cugina Elisabetta, animata dal profondo desiderio di essere prossima e vicina a una donna sterile divenuta gravida per opera della Misericordia di Dio, cui nulla è impossibile. L’amore della Vergine di Nazareth “genera” lo Spirito Santo dentro l’anziana Elisabetta, che riconosce nella fede di Maria l’origine di questa circolazione di amore: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.

A questa acclamazione di fede Maria risponde con il Magnificat, leggendo nell’oggi le grandi meraviglie operate da Dio in lei, le grandi opere di salvezza riassunte nel frammento della sua esistenza.

In questo cantico di lode, che è come una “fotografia” della Madre di Dio, Maria “esulta in Dio perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.

È l’umiltà il segreto di Maria!

Papa Francesco così commenta: “L’occhio umano ricerca sempre la grandezza e si lascia abbagliare da ciò che è appariscente. Dio, invece, non guarda l’apparenza, Dio guarda il cuore (cfr. 1Sam 16,7) ed è incantato dall’umiltà: l’umiltà del cuore incanta Dio. Oggi, guardando a Maria assunta, possiamo dire che l’umiltà è la via che porta in Cielo. La parola “umiltà” deriva dal termine latino humus, che significa “terra”. È paradossale: per arrivare in alto, in Cielo, bisogna restare bassi, come la terra! Gesù lo insegna: «chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). Dio non ci esalta per le nostre doti, per le ricchezze, per la bravura, ma per l’umiltà; Dio è innamorato dell’umiltà. Dio innalza chi si abbassa, chi serve. Maria, infatti, a sé stessa non attribuisce altro che il “titolo” di serva: è «la serva del Signore» (Lc 1,38). Non dice altro di sé, non ricerca altro per sé” (Angelus 15 Agosto 2021).

La fede di Maria e il suo amore concreto per gli altri testimoniano la sua capacità di una vita piena, che non può esaurirsi solamente sulla terra.

L’Assunzione di Maria indubbiamente apre il nostro cuore alla speranza possibile e concreta perché è il segno della “traiettoria della vita”: non siamo nati per la morte ma per la vita eterna.

Così canta Davide Maria Turoldo:

  Vergine

anello d’oro

del tempo e dell’eterno

tu porti la nostra carne in paradiso

e Dio nella nostra carne

 

Buona festa dell’Assunzione.

                                       ✠   Francesco Savino

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