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“Com-patire, cioè soffrire insieme”, l’omelia del Vescovo durante la messa del mattino


Sintesi Omelia Venerdì 03 Aprile 2020 [SCARICA]

Com-patire, cioè soffrire insieme

Oggi non voglio fare quella che noi chiamiamo l’omelia e proprio perché, oggi, la tradizione ci invita a fare memoria dei dolori, del dolore di Maria e noi, in questi giorni del Settenario dedicato alla Madonna Addolorata, abbiamo condiviso il percorso del dolore di Maria, ritengo che di fronte al dolore, molto spesso, sia preferibile il silenzio della compassione che non le parole vuote che qualche volta sono retorica.

Allora, io, oggi, vi invito, e invito anche me, ad una pausa di silenzio di 3-4 minuti durante i quali vi affido un verbo che mi sembra importantissimo, il verbo cum-patire, com-patire. Compatire che non è un verbo che dice che dobbiamo provare un senso di pietà qualche volta anche distaccata nei confronti dei dolori delle persone, ma com-patire significa soffrire insieme. Dunque, io, questa mattina, a tutti voi e a me per primo, chiedo al Signore che ci dia il dono della compassione. Chiediamo questo dono al Signore per intercessione e in compagnia della Madre Addolorata. Chiediamo a Gesù, per l’intercessione  di Maria Addolorata, di avere questo dono perché spesso in noi prevale l’indifferenza, il distacco; ci voltiamo dall’altra parte, invece, di soffrire insieme.

Ecco io oggi chiedo al Signore il dono della compassione di fronte ai dolori dell’umanità a partire dai dolori delle persone che abitano con noi che abitano nello stesso condominio e che, quando usciremo, mi auguro che questa compassione diventi stile di vita, modo di essere, modo di pensare e modo di agire. L’indifferenza genera mostri e ne ha generati abbastanza!

Chiediamo, dunque, quasi litanicamente, al Signore, il dono della compassione di saper soffrire con gli altri e per gli altri come Maria ha saputo soffrire ai piedi della croce.

✠ Francesco Savino