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FESTA DI TUTTI I SANTI


Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a

 Lunedì  1  Novembre  2021

 

Nel contesto in cui viviamo, carico di incertezze sulla nostra salute e sulla grave crisi economica che impoverisce le nostre famiglie sempre di più, se non è facile essere sereni, possiamo rinsaldare la nostra fiducia in Dio, unica Speranza di salvezza.

Ora più che mai è tempo di santità! I Santi sono coloro che, nella drammaticità della propria situazione esistenziale, non cedono alla rassegnazione, si fidano anche quando tutto sembra inutile. Il paradosso della la fede è vedere la presenza di Dio anche quando sembra assente.

Proprio perchè “la misura alta della vocazione cristiana è la santità!” (San Giovanni Paolo II), tutti siamo chiamati ad essere santi come il “Padre che è nei cieli”.

Nel Vangelo di oggi, le Beatitudini offrono una indicazione programmatica della santità possibile per tutti noi: beati i poveri in spirito, beati quelli che sono nel pianto, beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete nella giustizia, beati i misericordiosi e i puri di cuore, beati gli operatori di pace e i perseguitati per la giustizia. Coloro che vivono queste beatitudini sono detti da Gesù “il sale della terra e la luce del mondo”.

L’operosità che trasforma il mondo non risponde ad un progetto di tipo manageriale, che intende programmare in una certa maniera la società; è invece la presenza che incarna nel contesto sociale lo spirito delle Beatitudini.

Il cardinale Carlo Maria Martini diceva: “Questa presenza della santità, vigorosa ed efficace, in qualche modo anche provocatoria ed alternativa, in un corpo sociale che si ripiega sempre su se stesso, sul proprio egoismo e quindi costruisce la propria corruzione, rende servizio insostituibile al cammino dell’umanità”. La presenza discreta e forte dei santi ci preserva dalla conflittualità e dall’autodistruzione orientandoci verso Colui che è il garante della pace, il Signore Gesù.

La Prima Lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse, parla dei santi come i centoquarantaquattromila segnati con il sigillo “da ogni tribù dei figli di Israele” e come “la moltitudine immensa di ogni nazione, razza, popolo e lingua”.

Anche oggi possiamo distinguere i santi canonizzati dai beati, coloro che sono avviati alla beatificazione dai così detti “militi ignoti della santità”.

I santi canonizzati sono celebrati nelle feste liturgiche e oggi ricordati nella solennità di tutti i Santi insieme alla “moltitudine immensa che nessuno può contare”: sono tutti coloro che hanno vissuto in modo umile e semplice, noti soltanto forse ai familiari e a qualcuno, che hanno seguito l’Agnello lasciandosi convertire e purificare da Lui e che sono resi degni di essere dinanzi a Dio.

Pensiamo a tanti sacerdoti e a tanti fedeli in cui abbiamo riconosciuto lo spirito di preghiera, il dono della propria vita, l’umiltà.

La Seconda Lettura tratta dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo ci consente di andare al fondamento della santità: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente”. I Santi hanno vissuto veramente da figli di Dio.

Come popolo di Dio in cammino, siamo chiamati ad essere santi.

A tutti i Santi chiediamo oggi, in questa Solennità, di rafforzare la nostra fiducia in Dio e di essere consolati dalla gioia di poter essere santi.

Buon cammino di santità.

   Francesco Savino