Omelie

III Domenica di Pasqua 15 Aprile 2018


 III  DOMENICA  di  PASQUA  2018 [SCARICA]

15  Aprile  2018

L’evento centrale che caratterizza la III Domenica di Pasqua è il Risorto che si fa vedere dai suoi discepoli.

Anche nel discorso di Pietro, che abbiamo ascoltato dagli Atti (prima lettura), il tema è la Resurrezione del Signore; nella prima lettera di San Giovanni Apostolo il Risorto è Colui che ottiene la remissione dei peccati per il mondo intero (seconda lettura).

L’evangelista Luca scrive che il Signore “in persona stette in mezzo a loro e disse «Pace a voi!»”. E’ sempre Lui, il Vivente, a cogliere di sorpresa gli undici mentre si confrontavano su quanto era successo con i due discepoli che avevano incontrato e riconosciuto Gesù sulla strada di Emmaus.

“Pace” è la prima parola pronunciata dal Risorto. E’ la pace il servizio che Gesù fa alla sua comunità; conoscendo bene il cuore degli apostoli e discepoli, dice: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccate e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. 

“Colpisce il lamento di Gesù, una tristezza nelle sue parole, ma ancor più il suo desiderio di essere toccato, stretto, abbracciato come un amico che torna: toccatemi. E pronuncia, per sciogliere le paure e i dubbi, i verbi più semplici e più familiari: Guardate, toccate, mangiamo!” (E. Ronchi).

Da Risorto, Gesù compie gesti concreti e consuetudinari. Egli non è un fantasma e la bella notizia, il Vangelo, non è “un fumoso ragionare o un rito settimanale” ma il fondamento della  nuova vita, della nuova comunità.

“Ma per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore”: non basta che il Risorto sia visto, ascoltato, toccato e che mangi con loro perché giungano alla fede, occorre ancora l’apertura della loro mente all’intelligenza delle Scritture. “Senza le Scritture non si dà fede pasquale. Non è sufficiente toccare il corpo del Risorto: Cristo deve essere incontrato nel corpo scritturistico e allora nasce la fede pasquale che lo confessa quale realizzatore del disegno di salvezza del Padre” (L. Manicardi). Così Ugo di San Vittore: “la Parola di Dio rivestita di carne umana è apparsa una sola volta in modo visibile e ora questa medesima Parola viene a noi nascosta nella pagina scritturistica e nella voce umana che la proclama”.  

A conferma dell’importanza delle Sacre Scritture, possiamo leggere la parabola del povero Lazzaro e del ricco egoista, in cui Abramo dice al ricco: “Se i tuoi fratelli non ascoltano Mosè e i profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi e crederanno” (cfr. Lc 16, 31).

Il Vangelo, che ha il suo inizio nella Resurrezione del Suo Corpo, crocifisso e sepolto, dev’essere predicato a tutte le genti perché si convertano, facciano ritorno a Dio e ricevano il perdono dei peccati.

La Chiesa nascente inizierà questa missione “cominciando da Gerusalemme”. “Di questo voi siete testimoni”: gli apostoli sono chiamati ad essere i testimoni della morte e resurrezione di Gesù e la loro testimonianza sarà sostenuta e abilitata dallo Spirito Santo, potenza di Dio che scenderà su di loro.

Anche a noi oggi viene richiesta questa testimonianza di vita, a noi che abbiamo creduto sulla parola degli apostoli.

Auguro a tutti noi, una buona Domenica perché nella responsabilità della testimonianza cristiana siamo sempre gioiosi e costanti.

   Francesco Savino