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IMMACOLATA CONCEZIONE della BEATA VERGINE MARIA


Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

8  Dicembre 2021

 

Nello scandire del Tempo dell’Avvento, la liturgia della Chiesa offre, accanto a Giovanni il Battezzatore, la Vergine Maria, Donna dell’attesa, immagine di Israele in attesa del Messia.

Oggi, grazie alla Parola di Dio, possiamo riflettere su due modi di amare che si alternano o che spesso convivono nel nostro cuore. Se nel racconto delle origini nella Prima Lettura, il peccato si manifesta come “deresponsabilizzazione” di Adamo ed Eva, come caduta nel meccanismo perverso  della colpevolizzazione dell’altro, il Vangelo presenta Maria come la donna che si identifica nella responsabilità della Parola che il Signore le affida, dicendo il suo “eccomi”.

Alla domanda di Dio “Dove sei?” (Gen 3,9) a cui Adamo si sottrae per paura e vergogna, Maria risponde: “Ecco la serva del Signore!” dichiarando la sua disponibilità piena di amore a lasciarsi plasmare dalla Parola di Dio.

Maria crede nell’impossibile, Lei, la Vergine che non ha relazioni con un uomo, avrà un figlio. Lei è la testimonianza che la fede è “una forza che impedisce di adagiarsi sull’ineluttabile. In ogni autentico atto di fede è sempre implicita la fede nella Resurrezione; la fede che non si arrende all’ovvietà della morte e alla ripetitività coercitiva delle leggi di natura, come la vecchiaia e la sterilità di Elisabetta, la verginità di Maria, ma soprattutto e prima di tutto la morte di Cristo” (Luciano Manicardi).

La fede in Dio non è mai un atto irrazionale, insensato o magico, perché  Cristo è risuscitato dai morti. La forza della fede è un’esperienza, un incontro e una relazione.

Le domande di Maria rivolte all’Angelo sono intessute di pudore, delicatezza, riservatezza e silenzio: davanti al mistero di Dio si rimane muti. Maria è la credente perché ha creduto e la sua fede è decisione in un momento particolare della sua esistenza fino al punto da incidere sul suo corpo. Il suo “fiat” la riplasma come nuova creatura!

Nella risposta di Maria c’è obbedienza e soggettività: Ella si abbandona senza riserve alla volontà di Dio con obbedienza e umiltà ma anche con la consapevolezza di ciò che Dio ha fatto di lei nella storia della salvezza.

Maria sceglie di amare anche se le cose non sono chiare, se il percorso non è lineare, anche se si tratta di non pensare prima di tutto a se stessa, se occorre cominciare a prendersi cura di qualcun altro, e si abbandona ad un progetto che la trascende. Questo è l’amore immacolato di Maria,  un amore senza la macchia dell’“io”, dell’egoismo, dell’autoreferenzialità.

Maria non è immacolata perché incapace di provare sentimenti ma è tale perché ha rinunziato ad ogni pretesa del suo ego.

Che lo Spirito Santo renda il nostro cuore come quello di Maria, capace di amare senza egoismo.

Buona Festa dell’Immacolata!