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La nostra Caritas Diocesana al Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane


 

È iniziato oggi a Salerno il terzo giorno del 43° Convegno Nazionale delle Caritas diocesane, “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni”.

Al convegno sono presenti oltre 660 partecipanti, provenienti da 173 Caritas diocesane di tutta Italia, per vivere 4 giorni di confronto e riflessione. È presente anche la nostra Caritas diocesana con i suoi delegati: don Mario Marino, il direttore, Elena Garofalo, la segretaria, e Silvia Cirigliano, l’educatrice e la psicoterapeuta.

Questa mattina, dopo la Lectio, guidata magistralmente dal Vicario generale della diocesi di Aversa, don Francesco Picone, abbiamo ascoltato le testimonianze di Blessing OKOEDION, ex vittima di tratta e di Suor Rita GIARETTA, da sempre in prima linea contro la tratta.

In questa mattinata, è intervenuto anche S. E. Mons. Francesco Savino, Vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio e Vicepresidente della CEI per l’Italia Meridionale. Nel suo saluto Mons. Savino ha sottolineato che: «è possibile attivare processi di liberazione, bisogna crederci. Oggi bisogna essere appassionati e passionali al tempo stesso, perché una cosa che mi preoccupa molto è che forse stiamo vivendo il tempo dell’indifferenza, un’indifferenza che è diventata anche istituzionale. Anche la politica sta dando prova dell’indifferenza istituzionale. Come ha sottolineato anche don Marco Pagniello in un’intervista, oggi più che mai dobbiamo confrontarci con le istituzioni politiche sulla povertà, sull’immigrazione, ecc…. Non può la Caritas e la Chiesa Italiana tutta essere importante quando fa la “foglia di fico” a certe Politiche di Welfare inadeguate. Noi non vogliamo essere “foglia di fico”, ma vogliamo attivare processi di cambiamento».

«Oggi ho pensato, in questo saluto che sono qui a rivolgervi – prosegue il Vescovo – di utilizzare alcune parole di una persona a me tanto cara che mi ha aiutato a capire cos’è il Vangelo, quando ero un prete giovane. Lo cito perché domani ricordiamo il suo trentesimo anniversario di morte: parlo del Venerabile don Tonino Bello. E non posso non ricordare quando diceva che “il Risorto ci impegna a stare diritti”. Mai come in questo momento le Caritas sono sentinelle del mattino che annunciano l’aurora, nonostante il tempo notturno che viviamo. E questo Convegno Caritas ci sta parlando e chiedendo di scegliere gli incroci, direi della strada della storia, per capire che cosa lo spirito oggi ci dice. Mons. Bello scriveva così: “Ricorrerò alla suggestione del macigno che la mattina di Pasqua, le donne, giunte nell’orto, videro rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme, messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuna col suo sigillo di morte. Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi, e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo del terremoto che contrassegnò la prima Pasqua di Cristo. Pasqua è la festa dei macigni rotolati”.

Penso che uno dei compiti fondamentali delle Caritas delle nostre Chiese locali sia proprio srotolare i macigni: è questo l’augurio che faccio a questo Convegno e a tutte le Caritas italiane».

 

  L’équipe Caritas diocesana