Omelie

Omelia Domenica 17 gennaio 2016


II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO [SCARICA]

17 gennaio 2016

Riprendiamo il Tempo Liturgico Ordinario, lo scorrere dei giorni e delle settimane del quotidiano!

Anche se abbiamo ormai disfatto il presepe e tolto gli addobbi natalizi, la pagina del Vangelo di questa  Domenica presenta ancora un racconto  di “manifestazione” che completa il trittico dell’Epifania del Signore.

Nella preghiera dei vespri della festa dell’Epifania, abbiamo pregato:

   “I Magi vanno a Betlem e la stella li guida: nella sua luce amica cercan la vera luce./Il Figlio dell’Altissimo s’immerge nel Giordano, l’Agnello senza macchia lava le nostre colpe./ Nuovo prodigio a Cana: versan vino le anfore, si arrossano le acque, mutando la natura”.

Anche l’antifona dei secondi vespri  presentava insieme le tre manifestazioni: “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza“.

Il riconoscimento dei Magi (manifestazione alle genti), il battesimo (manifestazione a Israele) e le nozze di Cana (manifestazione alla chiesa) costituiscono la narrazione di un Dio con noi che si fa conoscere nella sua completezza senza escludere nessuno.

Il Dio di Gesù non ammette esclusione!

Il racconto del segno di Cana manifesta – come annota l’Evangelista Giovanni – la “gloria di Gesù“. Rivela la Sua identità e, insieme,  anche la nostra identità.

Il simbolismo è forte: l’acqua viene mutata in vino buono!

L’acqua richiama la nostra umanità, che viene trasformata in natura divina da Gesù. È il “misterioso scambio” del Natale: Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio!

C’è un gesto che il sacerdote compie nella liturgia eucaristica: prima di presentare il calice con il vino e recitare la benedizione, in modo discreto: versa alcune gocce d’acqua nel vino mentre dice sottovoce: “l’acqua, unita al vino, sia il segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana“.

In ogni celebrazione eucaristica si ripete,  il “segno di Cana” …

Segno che si deve ripetere in ogni esperienza autenticamente cristiana! La nostra umanità sperimenta la tristezza di chi si trova, spesso e volentieri, a non avere più vino… E, se viene a mancare il vino, la festa finisce! La vita si rattrista!

Perché “festa” è stare insieme e stare bene insieme! Quando la festa finisce ognuno pensa solo a sé!  In effetti, sperimentiamo che, quando viviamo da egoisti, da invidiosi, da maldicenti, da persone preoccupate solo dei propri bisogni e del tornaconto personale, siamo colti dalla tristezza e diventiamo incapaci di fare festa! Il vino è venuto a mancare!

Il vino è un chiaro richiamo a Gesù, alla Sua presenza!

Ogni volta che viviamo in Cristo, ogni volta che “facciamo qualunque cosa che Gesù ci dice“, come i servitori nel racconto del Vangelo di questa domenica, si ripete, nella nostra vita, il “segno di Cana“: l’acqua della nostra umanità si trasforma nel vino buono della gioia!

Anche le parole dell’Apostolo Paolo, nella seconda lettura, “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” invitano a seguire le parole del Maestro. Ogni  volta che assecondiamo lo Spirito e mettiamo  ciò che abbiamo e ciò che siamo a disposizione degli altri per il bene comune, l’acqua si cambia in vino, la tristezza in gioia!

Se la Chiesa, in mezzo all’umanità, svolgesse anche solo il compito di far notare al Signore che “non c’è vino”, non c’è gioia, questo sarebbe già da parte sua assolvere un ministero essenziale.

Allora a noi il compito di “manifestare” ancora oggi, nel mondo, la “gloria di Gesù“, la bellezza del Suo Volto misericordioso: attraverso i nostri gesti di comunione e compassione, attraverso le nostre scelte, saremo capaci di esprimere la nostra fede, di essere credibili. Egli ci renderà suo “sangue“, seme da cui nascono nuovi cristiani!

Un augurio a noi tutti: “andiamo a Cana” e cerchiamo di vedere con gli occhi della fede, di ascoltare le parole della fede, di eseguire le parole dette da Gesù, di gustare il vino del Regno e di toccare, sì di toccare, il corpo di Gesù (cfr. E.Bianchi).

Buona Domenica! Riempiamo la nostra vita del “vino buono” che  è Gesù!

+ Francesco Savino