Omelie

Omelia XXII  Domenica del Tempo Ordinario 1 Settembre 2019


XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO [SCARICA] 

Sir 3, 19-21.30-31; Sal 67; Eb 12, 18-19.22-24; Lc 14, 1. 7-14

1  Settembre  2019

Le letture di questa Domenica ci richiamano all’umiltà.

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo” e “diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti”.

Con questa parabola, Gesù parla di chi cerca i primi posti nei banchetti rischiando di essere retrocesso all’ultimo posto dal padrone di casa che desidera accogliere degnamente un altro ospite. 

Richiamando i suoi ascoltatori dalla smania di chi “ama i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti” (Lc 20, 26), il Signore ammonisce ciascuno di noi a non sopravvalutare sé stesso e a considerarsi sempre ultimo seguendo il suo esempio. Egli infatti “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, anzi alla morte in croce, per questo Dio lo ha esaltato, richiamandolo dalla morte alla vita eterna” (Fil 2, 9-11).

A conclusione della piccola parabola, Gesù dice: “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Come ripetiamo nel Magnificat (Lc 1,46-55), il Signore esalta gli umili e abbassa i superbi. Dunque l’umiltà, quella vera, è gradita a Dio, ma è una virtù poco testimoniata.

Se accettiamo le umiliazioni che vengono da noi stessi, dagli altri e da Dio possiamo scoprire la nostra radicale povertà e vivere la vera umiltà.

Rivolgendosi poi al padrone di casa, Gesù dice: “quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché a loro volta ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi”. 

Egli rivela la logica “folle di Dio” che, nel banchetto del regno, assegna i primi posti agli ultimi. Gesù ci invita a liberarci da tutto ciò che è ispirato alla logica del “contraccambio” o della “reciprocità”.

A ciascuno di noi è preparata la beatitudine di cui Egli parla quando dice: “Sarai beato perché essi non hanno da ricambiarti. Riceverai invece la tua ricompensa alla resurrezione dei giusti”. 

L’amore vissuto da Gesù è “in perdita”: da lui impariamo che siamo beati se speriamo nell’unica ricompensa di essere in comunione con Dio nel Regno. “Avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5) è, per noi, vivere nella gioia!

Chiediamo al Signore di essere umili per vivere nella gioia sin da ora ed essere degni del Suo Regno. 

Buona Domenica.

   Francesco Savino