Omelie

ORDINAZIONE DIACONALE DI MANSUETO CORRADO E LUCA PITRELLI


FESTA  DI  TUTTI  I  SANTI

Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12ª

Ordinazione Diaconale di

Mansueto Corrado e Luca Pitrelli

 

Lunedì  1  Novembre  2021

 

Nel contesto in cui viviamo, carico di incertezze sulla nostra salute, sul clima e sulla grave crisi economica che impoverisce le nostre famiglie sempre di più, se non è facile essere sereni, possiamo rinsaldare la nostra fiducia in Dio, unica Speranza di salvezza.

Ora più che mai è tempo di santità! I Santi sono coloro che, nella drammaticità della propria situazione esistenziale, non cedono alla rassegnazione, si fidano anche quando tutto sembra inutile. Il paradosso della fede è vedere la presenza di Dio anche quando sembra assente.

Proprio perchè “la misura alta della vocazione cristiana è la santità!” (San Giovanni Paolo II), tutti siamo chiamati ad essere santi come il “Padre che è nei cieli”.

Nel Vangelo di oggi, le Beatitudini offrono una indicazione programmatica della santità possibile per tutti noi: beati i poveri in spirito, beati quelli che sono nel pianto, beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete nella giustizia, beati i misericordiosi e i puri di cuore, beati gli operatori di pace e i perseguitati per la giustizia. Coloro che vivono queste beatitudini sono detti da Gesù “il sale della terra e la luce del mondo”.

L’operosità che trasforma il mondo non risponde ad un progetto di tipo manageriale, che intende programmare in una certa maniera la società; è invece la presenza che incarna nel contesto sociale lo spirito delle Beatitudini.

Il cardinale Carlo Maria Martini diceva: “Questa presenza della santità, vigorosa ed efficace, in qualche modo anche provocatoria ed alternativa, in un corpo sociale che si ripiega sempre su se stesso, sul proprio egoismo e quindi costruisce la propria corruzione, rende servizio insostituibile al cammino dell’umanità”. La presenza discreta e forte dei santi ci preserva dalla conflittualità e dall’autodistruzione orientandoci verso Colui che è il garante della pace, il Signore Gesù.

La Prima Lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse, parla dei santi come i centoquarantaquattromila segnati con il sigillo “da ogni tribù dei figli di Israele” e come “la moltitudine immensa di ogni nazione, razza, popolo e lingua”.

Anche oggi possiamo distinguere i santi canonizzati dai beati, coloro che sono avviati alla beatificazione dai così detti “militi ignoti della santità”.

I santi canonizzati sono celebrati nelle feste liturgiche e oggi ricordati nella solennità di tutti i Santi insieme alla “moltitudine immensa che nessuno può contare”: sono tutti coloro che hanno vissuto in modo umile e semplice, noti soltanto forse ai familiari e a qualcuno, che hanno seguito l’Agnello lasciandosi convertire e purificare da Lui e che sono resi degni di essere dinanzi a Dio.

Pensiamo a tanti sacerdoti e a tanti fedeli in cui abbiamo riconosciuto lo spirito di preghiera, il dono della propria vita, l’umiltà.

La Seconda Lettura tratta dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo ci consente di andare al fondamento della santità: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente”. I Santi hanno vissuto veramente da figli di Dio.

Come popolo di Dio in cammino, siamo chiamati ad essere santi.

Poniamoci una domanda: a che punto siamo nel nostro cammino di santità? È una domanda che pongo soprattutto a voi, carissimi Mansueto e Luca, che avete raggiunto il diaconato, tappa significativa verso il presbiterato.

Sant’Ignazio di Antiochia sottolineava la grandezza del ministero del diacono, “ministero di Gesù Cristo che era presso il Padre prima dei secoli e si è rivelato alla fine dei tempi” e raccomandava: “Rispettate i diaconi come un comandamento di Dio”.

Sta per compiersi stasera un grande mistero che ci trascende e ci interpella perché è per la Chiesa, per la nostra Diocesi, che questi due seminaristi rispondono alla chiamata all’Ordine Sacro ricevendo il ministero del Diaconato.

Voi, Luca e Mansueto, in un contesto sociale spesso dominato dalla paura, dall’indifferenza e dall’interesse di profitto, offrite un segno di coraggio e gratuità mettendovi al servizio di Gesù, servo e Signore.

Il mistero che si compie in voi coinvolge il mio Ministero di Pastore, perché, con l’imposizione delle mie mani, sarò garante del vostro patto di fedeltà alla chiesa diocesana di Cassano all’Jonio.

Coinvolge anche i parroci e le comunità parrocchiali dalle quali voi provenite e dove avete ascoltato e accolto la vostra vocazione.

Ringrazio di cuore la comunità parrocchiale di San Giorgio Martire ad Oriolo, il suo parroco don Pierfrancesco Diego e i parroci predecessori, don Nicola Mobilio e don Nicola De Luca.

La stessa gratitudine va alla comunità parrocchiale della Madonna della Salute di Amendolara Marina, al parroco don Nicola Arcuri e al suo predecessore don Diego Talarico.

Un abbraccio di gratitudine al Rettore del Seminario degli anni scorsi, don Rocco Scaturchio, agli educatori e a tutti i professori che vi hanno accompagnato in questi anni di formazione.

Al nuovo Rettore del Seminario Pio X di Catanzaro, don Mario Spinocchio, che è stato da poco designato, e ai nuovi educatori porgo i miei auguri per un cammino educativo generativo di santità.

Alle famiglie di Luca e Mansueto va tutto il mio ringraziamento perché in esse si è avviato il loro cammino vocazionale.

Il carattere che riceverete nel diaconato, cari Luca e Mansueto, viene mantenuto intatto ed esaltato nell’ordinazione presbiterale ed episcopale. Come diaconi siete chiamati a partecipare intimamente al mistero di Cristo Crocifisso e Risorto, per poterlo annunciare.

La storia della nostra salvezza è contenuta nell’Eucarestia. Nel banchetto eucaristico riceviamo il Corpo e il Sangue di Cristo che ci nutre e ci dà la vita. Alimentate il vostro ministero di Diaconi con l’Eucarestia, “rimanete” davanti al Santissimo per il maggior tempo possibile ogni giorno.

L’esperienza del diaconato vi indicherà l’urgenza di tante necessità della comunità cristiana e del territorio, nel servizio ai deboli, agli scartati, ai poveri. Non trascuratevi mai! Sono loro che nell’incontro con il Risorto, dopo la morte, vi salveranno la vita.

Non vergognatevi mai del Vangelo, ma predicatelo piuttosto dai “tetti” (Mt 10,27) per far conoscere Gesù a tutti coloro che incontrate. Tutta la vostra esistenza sia una diaconia per Cristo e il Suo Regno.

Auguri carissimi Mansueto e Luca. Auguri alla chiesa diocesana, alle comunità parrocchiali, alla comunità del Seminario, alle vostre famiglie.

La Beata Vergine Maria, “Serva del Signore”, vi indichi la strada del servizio e sostenga  il vostro cammino.

  Francesco Savinov