Omelie

SOLENNITÀ del SS. CORPO e SANGUE di CRISTO


SOLENNITÀ del SS. CORPO e SANGUE di CRISTO

Es 24, 3-8; Sal 115; Eb 9, 11-15; Mc 14, 12-16. 22-26

6  Giugno  2021

Celebriamo, in questa Domenica, la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, la Solennità del Corpus Domini.

Il Vangelo di Marco riporta le parole di Gesù pronunciate nell’ultima cena con i suoi discepoli.

Vengono riportati due temi, il primo quello della prima alleanza quando Mosè prese il libro della Legge, lo lesse al popolo e poi asperse lo stesso popolo con il sangue dei vitelli; il secondo quello delle due condivisioni dei pani e dei pesci, la prima in terra ebraica, la seconda in terra pagana.

L’evangelista Marco puntualizza che era il “il primo giorno degli azzimi, quando si immolava la Pasqua”, quando, cioè, si mangiava pane non lievitato e si immolavano gli agnelli.

Padre Alberto Maggi dice che in quella cena “non c’è alcun riferimento alla cena pasquale ebraica. Non c’è l’agnello perché è Gesù il vero agnello pasquale la cui carne servirà per affrontare l’esodo, la liberazione e il cui sangue libererà dalla morte”.

L’espressione “mentre mangiavano” risulta una ripetizione perché Marco aveva già narrato che “erano a tavola e mangiavano” quando Gesù annunzia che uno dei discepoli lo avrebbe tradito. L’insistenza dell’azione del “mangiare” indica che al tradimento del discepolo fa da contraccolpo l’amore del Maestro.

Gesù compie un’azione rituale: prende il pane che è sulla tavola, pronuncia la benedizione, lo spezza e lo porge ai discepoli. Prendere il pane, spezzarlo e darlo è un gesto quotidiano fatto di solito da chi presiede alla tavola, ma Gesù lo compie con una forza e una intensità che contribuiscono a questo gesto rituale un significato assolutamente nuovo, tanto da lasciarlo impresso nella mente e nel cuore dei suoi commensali. Con le parole che l’accompagnano “prendete, questo è il mio corpo”, Gesù consegna tutta la sua vita ai discepoli i quali, mangiando quel pane, diventano partecipi del suo essere totale. Prende poi un calice tra le sue mani e rende grazie a Dio e dice: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. Nella cultura semitica il sangue indica la vita intera che Gesù offre.

È significativo che l’evangelista Marco precisa che “ne bevvero tutti” ad indicare chiaramente che tutti sono inclusi nell’offerta di salvezza di Gesù.

Enzo Bianchi scrive: “c’è un contrasto tra questo ‛tutti’, che indica tutti i discepoli, e le parole dette in precedenza: ‛uno di voi mi tradirà’ (Mc 14,18). Ma ciò mette ancor più in risalto il fatto che tutti sono associati al bere al calice offerto, anche Giuda il traditore. A tutti, nessuno escluso, Gesù offre la sua vita e il suo amore gratuito, che non deve mai essere meritato”.

Gesù stipula così un’alleanza che non è più ristretta al popolo di Israele, ma è universale, aperta a tutte le genti, un’alleanza non “per molti” ma “per tutti” (cfr. Concilio Vaticano II, Ad Gentes,3). L’apostolo Paolo, nella Lettera ai Romani, proprio per sottolineare la destinazione universale del dono del sangue di Cristo, afferma: “la prova che Dio ci ama tutti è che Cristo è morto per noi, mentre noi eravamo peccatori” (cfr. Rm 5, 7-8). Gesù muore per tutti. Muore per Giuda come anche per tutti noi che siamo esposti alla inimicizia con Dio.

L’Eucarestia non è un privilegio per i buoni e per i giusti, ma è un farmaco per i malati, un viatico per i peccatori, sintesi della presenza di Gesù, del suo amore incondizionato ed eccedente.

Nella parte finale del Vangelo di oggi, Gesù dice che non berrà mai più il frutto della vite fino al giorno in cui lo berrà nuovamente nel regno di Dio: il pasto eucaristico prelude al banchetto del Regno, dove Gesù, il Risorto, mangerà con noi e berrà con noi il calice della vita al banchetto nuziale, dove il vino sarà nuovo e noi lo berremo vivendo in Lui e con Lui per sempre.

Lasciamoci attrarre dal dono di Cristo nell’Eucarestia e lasciamoci trasformare da Lui.

La festa di questa Domenica “ci insegna a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli. La presenza di Gesù vivo nell’Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell’uomo” (Papa Francesco, Angelus, 3 giugno 2018).

Buona festa del Corpus Domini.