Omelie

SOLENNITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESU CRISTO RE DELL’UNIVERSO


XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno B)

 

Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37

21  Novembre  2021

 

Siamo giunti all’ultima Domenica dell’Anno Liturgico in cui celebriamo la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo. Egli è Re non come i re di questo mondo (Vangelo), la Sua regalità è esercitata su tutti i popoli (Prima Lettura) come “Agnello immolato” (Ap 5,12. Antifona d’ingresso) che, dall’alto del suo trono regale, la croce, attira tutti a sé “anche quelli che lo trafissero”(Ap 1,7. Seconda Lettura).

Se ci attardiamo ad immaginare la regalità di Cristo paragonandola a  quella dei potenti del mondo, ci allontaniamo dalla comprensione del significato della Festa di oggi che, invece, ci viene rivelata dai testi biblici.

Sappiamo bene che Gesù viene ricoperto di veste regale soltanto dai soldati che lo trattano come un malfattore, lo scherniscono e lo umiliano prima di crocifiggerlo. Nel Vangelo di Giovanni il racconto del processo di Gesù davanti a Pilato è molto ampio e la cura letteraria e teologica con cui è costruito indica l’importanza che l’evangelista vi attribuisce. Tale narrazione si compone di sette piccole scene e il Vangelo di oggi è la seconda: il primo colloquio tra Gesù e Pilato che rientra nel pretorio dopo aver discusso fuori con i giudei e comincia l’interrogatorio. Egli chiede: “Sei tu il re dei giudei?”.

Il tema della regalità diventa subito centrale nel dialogo che verte sulla regalità di Gesù. La domanda di Pilato sembra dettata da ironia mista a disprezzo e incredulità, ma egli è costretto a non nascondersi dietro le opinioni della gente davanti alla domanda di Gesù: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Pilato, che non intende farsi coinvolgere in una questione di scarso rilievo, replica: “Che cosa hai fatto?”. I giudei gli avevano detto che era un malfattore ma Gesù di sé dice che è venuto nel mondo “per dare testimonianza alla verità”.

La regalità di Gesù è dunque al completo servizio della Verità che è Dio e viene da Dio. I re del mondo esercitano il proprio potere a vantaggio dei propri interessi e utilizzano anche la menzogna pur di affermarli. Il Regno di Gesù segue la Verità e non ha bisogno di soldati che usano la violenza ma solo di due braccia che si distendono sulla croce, in un abbraccio di  amore che accoglie tutti.

Gesù conclude con le parole “chiunque è dalla verità ascolta la mia voce” per ribadire che l’unico strumento della Sua regalità è la Parola e la Sua Voce. La “voce” non s’impone, vive in ogni momento il rischio di essere accolta o rifiutata perché lascia liberi coloro che ascoltano.

Quest’anno, per la prima volta, la Giornata Mondiale della Gioventù, la 36ª, si celebra nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. Nel messaggio dal titolo “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto!” (At 26,16), Papa Francesco dice ai giovani della terra: “Così oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione”.

Il Santo Padre invita i giovani a dedicarsi alla stessa missione di Paolo per portare l’annuncio del Vangelo a tutti. Egli scrive: “Oggi l’invito di Cristo a Paolo è rivolto a ognuno e ognuna di voi giovani: Alzati! Non puoi rimanere a terra a “piangerti addosso”, c’è una missione che ti attende! Anche tu puoi essere testimone delle opere che Gesù ha iniziato a compiere in te”.

E ancora: “Il Signore, la Chiesa, il Papa, si fidano di voi e vi costituiscono testimoni nei confronti di tanti altri giovani che incontrate sulle “vie di Damasco” del nostro tempo. Non dimenticate: «Se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 120)”.

Buona Domenica.                                                              

     Francesco Savino