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Teresa d’Avila, precorritrice delle cinque vie di Firenze Il lavoro teatrale dei Sub Umbra


Parlare di S. Teresa d’Avila, non è forse una sfida? Biografi, maestri di spiritualità, di preghiera, teologi, storici, a gara – e quale fortuna! – si sono cimentati in tale impresa. Chi sono io per entrare in competizione con loro? Saggi e sapienti condannerebbero la mia balordaggine! Ma c’è un’altra strada che relega ogni concorrenza.

«Noi tutti che ci amiamo in Cristo», potreste trovarmi modo migliore di accostarsi agli uomini, fossero anche di grandissima statura, al di fuori dell’amore? E Teresa l’amore lo ha conosciuto, vissuto e seminato; il pellegrino dell’assoluto ha infiammato il suo cuore adolescenziale di una passione ardente, la vita evangelica, e lei vincendo se stessa ha consegnato le chiavi della sua volontà a Dio… inconsapevolmente mise le ali alla sua anima, la ribelle castigliana, che spiccò il volo verso l’eternità.

La riformatrice del Carmelo ha gettato semi d’infinito in una Spagna oziante nella sua bellezza; Avila mistica e medioevale tutta di sassi e pietre, diviene tabernacolo di Dio ai piedi della Sierra dando un anima a rocce e palazzi. Eppure quante insidie l’attendevano…! Fare l’elemosina, recitare preghiere, costruire monasteri, organizzare una regola, guidare un gruppo… quando cammino per l’andariega è tutto in salita, ma Dio l’aspettava li, proprio in cima, e Teresa doveva prepararsi attraverso il vuoto a raggiungere Colui che, dando se stesso per lei, l’aveva amata.

Sedotta dal cielo, si è lasciata guidare sulla via della vita, bevendo ad una fonte di cui non perderà mai il gusto; Teresa, donna e maestra, ha annunciato Cristo. Con la sua vita a servizio della chiesa, ha non solo testimoniato, ma ha abitato, educato e trasfigurato il volto dell’uomo che cammina verso la salvezza. Uscendo dal suo “io”, ha con gioia diffuso la buona novella. Cristo ha guidato i suoi passi in ogni dove per abitare e costruire luoghi stabili dove far fiorire la “Vita” e risvegliare la scintilla d’infinito che è in ogni uomo.

Teresa ha percorso le cinque vie di Firenze già 500 anni fa trasfigurando il volto dell’uomo che cammina nella e con la chiesa Lei, che ha avuto la capacità di vedere oltre i limiti umani.

I “Sub Umbra”, compagnia teatrale dei giovani/ssimi di Azione Cattolica della parrocchia Santa Maria Maddalena di Morano Calabro, che si dedica da quasi dieci anni al teatro del sacro, lo scorso luglio ha messo in scena “Teresa d’Avila” l’Andariega de Dios… con l’unico intento di “Evangelizzare” ” Teatrando… percorrendo passo dopo passo le vie che, attraversando Firenze, portano l’anima a solcare cieli d’infinito.

Abbiamo ancora una volta l’ardire di proporlo a tutti, disposti come la camminatrice di Dio a metterci a servizio della Parola con il nostro stile. Confermati in questo intendo anche dalla partecipazione alla missione diocesana “Chiediamoci Scusa” aspettando Papa Francesco che ci ha mostrato ancor più chiaramente che si può arrivare al cuore dell’uomo attraverso l’arte del teatro, comunicando contenuti forti in una forma che ben dispone il cuore all’incontro con il Signore.

Don Gianni Di Luca e Francesca Rosito