Omelie

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno B)

Ez 17,22-24; Sal 91; 2 Cor 5,6-10; Mc 4, 26-34

13  Giugno  2021

Dopo il Tempo Pasquale e le grandi solennità, nella Liturgia riprendiamo a seguire il Tempo Ordinario.

In questa Domenica, Gesù parla in parabole del regno di Dio e del suo dinamismo. Il linguaggio delle parabole è sempre sorprendente.

Il tema del “regno” evoca immediatamente suggestioni di potenza e, invece, nella prima parabola, il regno di Dio è paragonato alla crescita misteriosa del seme che viene gettato sul terreno e che germoglia e cresce, indipendentemente dalla cura del contadino il quale, al termine della maturazione, provvede al raccolto.

Papa Francesco afferma: “Il messaggio che questa parabola ci consegna è questo: mediante la predicazione e l’azione di Gesù, il Regno di Dio è annunciato, ha fatto irruzione nel campo del mondo e, come il seme, cresce e si sviluppa da se stesso, per forza propria e secondo criteri umanamente non decifrabili. Esso, nel suo crescere e germogliare dentro la storia, non dipende tanto dall’opera dell’uomo, ma è soprattutto espressione della potenza e della bontà di Dio, della forza dello Spirito Santo che porta avanti la vita cristiana nel Popolo di Dio” (Angelus, 17 giugno 2018).

Quante volte viviamo vicende difficili, problematiche e paradossali, che sembrano andare in senso contrario al disegno di Dio, e che siamo chiamati ad oltrepassare come momenti di speranza feconda? La capacità di perseverare nella speranza, anche quando nulla sembra accadere, perché tutto avviene nel nascondimento del terreno in cui il seme è sepolto, è il tempo in cui sperimentiamo anche il silenzio di Dio, la sua assenza. È il tempo in cui Dio sembra non agire, mentre invece è misteriosamente all’opera, anche se non sappiamo come. Il modo di agire di Dio è diverso da tutti i nostri ragionamenti, da ogni tipo di previsione che orienta la nostra attesa.

Nella seconda parabola, Gesù paragona il regno di Dio a un granello di senape che è più piccolo di tutti i semi ma, una volta seminato nel terreno, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido.

Al richiamo alla perseveranza, Gesù aggiunge, con quest’altra parabola, l’invito a vigilare sul presente e a cambiare il modo di guardare alla realtà: il più piccolo diviene il più grande. In ciò che può apparire piccolo e insignificante, debole o trascurabile, si nasconde il mistero della presenza di Dio e del suo regno. Non è facile per noi entrare in questa logica perché dobbiamo abbandonare i nostri calcoli, le nostre previsioni, l’efficienza. Siamo dominati dalla concupiscenza dei risultati.

E ancora Papa Francesco ci viene in aiuto quando dice: “L’autenticità della missione della Chiesa non è data dal successo o dalla gratificazione dei risultati, ma dall’andare avanti con il coraggio della fiducia e l’umiltà dell’abbandono in Dio. Andare avanti nella confessione di Gesù e con la forza dello Spirito Santo”.

Queste parabole del regno ci pongono davanti alla realtà: “Dio ama racchiudere il grande nel piccolo: l’universo nell’atomo, l’albero nel seme, l’uomo nell’embrione, la farfalla nel bruco, l’eternità nell’attimo, l’amore in un cuore, se stesso in noi” (Ermes Ronchi).

Buona Domenica.

 

                                                                       ✠   Francesco Savino