Omelie

XII Domenica del Tempo Ordinario 25 Giugno 2017


XII  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 25 Giugno 2017

Riprendiamo, in questa Domenica, la lettura del Vangelo secondo Matteo, a partire dal capitolo decimo che contiene le parole sulla missione, rivolte da Gesù ai suoi discepoli e a tutti coloro che sono chiamati a mettersi al servizio del Vangelo e del Regno di Dio.

Gesù invia i discepoli “tra le pecore perdute della casa d’Israele” e affida loro il messaggio da annunciare, l’azione da compiere e lo stile da assumere; aggiunge che saranno perseguitati e, perciò, che avranno bisogno di coraggio per contrastare la paura: ciò che è accaduto a Gesù accadrà anche agli inviati nel Suo nome. La paura è una dimensione naturale della vita: fin da piccoli ne sperimentiamo forme che poi scompaiono e ne emergono altre ; le paure angoscianti, poi, molto spesso sono associate ad una vita insensata e sopraffatta dal nichilismo.

I discepoli di Gesù incontrano sempre, in ogni tempo, diffidenza, ostilità e rifiuto ed è possibile che siamo tentati di cedere al timore ma sanno anche che il tempo della missione è tempo di ri-velazione. L’annuncio del Vangelo, rivelato a pochi nell’intimità, deve essere proclamato a tutti: “Nulla vi è di nascosto che non sarà rivelato né di segreto che non sarà conosciuto”. Veri nemici non sono coloro che ostacolano l’annuncio ma le tentazioni che nascono dal cuore, le idolatrie quotidiane. Coloro che ostacolano la testimonianza del Vangelo sono opportunità per la fede e la fedeltà a Dio.

Gesù invita i suoi discepoli a temere “Colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo”. Dobbiamo provare “il timore di Dio” senza del quale ci sentiamo pronti ad essere padroni del bene e del male, della vita e della morte. Se nemmeno un passero “cadrà a terra senza il volere del Padre”, dice Gesù, la nostra vita, che “vale più di molti passeri”, è certamente protetta da ogni paura umana. Siamo più preziosi, agli occhi di Dio, dei passeri e ognuno di noi è custodito nel Suo cuore, come cosa preziosa.

Alla fiducia in Dio, a cui siamo chiamati particolarmente in questa Domenica, si aggiunge l’invito di Gesù a riconoscerLo davanti agli uomini perché Egli possa riconoscerci davanti al Padre Suo. lo stile di vita credibile degli amici di Gesù è segnato da una testimonianza coraggiosa, resa nella certezza che il Paraclito, lo Spirito del Risorto, ci sostiene e non ci fa mai mancare la Sua presenza, la difesa e la consolazione.

Auguro a tutti una Domenica che sia di incoraggiamento per la nostra testimonianza nel mondo.

 ✠   Francesco Savino