Mons.Savino con casula verde Omelie

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno B)


XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno B)

Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

 

1 Agosto  2021

 

Dopo la condivisione dei pani e dei pesci, Gesù constata che quanti avevano mangiato non avevano compreso il significato del suo gesto. Essi si rimettono alla ricerca di Gesù e, quando lo trovano gli chiedono: “Rabbi, quando sei venuto qua?”. Gesù risponde: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.

 Il significato della condivisione dei pani operata da Gesù è farsi cibo per sfamare tutta la folla, mentre invece quella folla aveva mangiato il cibo per sé. Il biblista Alberto Magi dice che, per questo motivo, Gesù invita chi lo cerca a darsi da fare non per il cibo “che riguarda il corpo, la parte fisica, biologica, ma per il cibo che rimane per la vita eterna, la vita che si chiama eterna non tanto per la durata indefinita ma per la qualità indistruttibile”. E questo cibo lo darà lui, il Figlio dell’uomo, “perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. Gesù è la garanzia della presenza divina, Gesù manifesta la presenza di Dio”.

Ma quanti ascoltano replicano: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Di nuovo una incomprensione. Gesù li invita ad essere liberi ma loro chiedono che cosa devono fare. Non sono abituati ad un rapporto di libertà con Dio ma di sottomissione.

 Gesù risponde precisando qual è “l’opera di Dio”. Già nell’Antico Testamento, nel libro dell’Esodo (32,16), si parla di “opera di Dio” per indicare le tavole della Legge. L “opera di Dio” per Gesù consiste nel credere in colui che Dio ha mandato. Non si tratta di obbedire alla Legge, ma di assomigliare ad una Persona, a Gesù, che è l’amore incondizionato di Dio per tutta l’umanità.

 La gente incalza con un’altra domanda che rivela ancora una incomprensione: “quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?”. Ci troviamo di fronte all’ esigenza tipica di chi è religioso: chiede prima un segno da vedere per poi credere. E Gesù afferma che non è stato Mosè a dare il pane dal cielo, ma è il Padre che dà il pane vero dal cielo. E conclude: “il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.

A questo punto finalmente gli ascoltatori dicono: “Signore, dacci sempre questo pane”. Lo chiamano finalmente “Signore” dopo che lo hanno ritenuto un profeta e lo hanno chiamato Rabbi. E Gesù risponde: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”: con questa dichiarazione comunica che è Lui la risposta alle esigenze e ai desideri del cuore dell’uomo. È Lui il “pane” che alimenta e nutre in eterno.

Dio non domanda, Dio dà! Dio non pretende, Dio offre! Dio non esige nulla, dona tutto. Questa è la nostra fede.

Buona Domenica.

✠   Francesco Savino