Per non dimenticare, ma pure per imparare a trarre dalle
difficoltà e dalla sofferenza gli spunti per dare qualità e
nuovi orizzonti alla vita: la lezione di Mormanno, un anno dopo
il terremoto che colpì la cittadina calabrese ed il comprensorio
del Pollino, lasciando dietro di sé una scia di dolore e
distruzione.
Sabato sera, nella chiesa di san Rocco affollata
all’inverosimile, coi fedeli assiepati fin dentro il presbiterio
e la sacrestia (presenti anche il sindaco Guglielmo Armentano e
tutte le autorità civili e militari), il vescovo della diocesi
di Cassano all’Jonio, monsignor Nunzio Galantino, ha presieduto
la santa messa dedicata alla memoria dei fatti dell’ottobre
2012, una ferita non ancora del tutto rimarginata: per questo
monsignor Galantino, confermando che la Diocesi continuerà senza
soste nella sua opera di vicinanza e sostegno alle popolazioni
colpite dal sisma, come dal primo istante fatto attraverso
l’opera della Caritas diocesana, ha auspicato che le istituzioni
non vengano meno al loro dovere ed agli impegni assunti e sin
qui solo in parte mantenuti. Affiancato dai parroci mormannesi,
monsignor Giuseppe Oliva e don Franco Perrone, il Presule della
Chiesa cassanese s’è stretto con la comunità locale attorno alla
Madonna Assunta, patrona del paese, e nel corso della sua omelia
ha preso spunto dall’esempio della Vergine per una riflessione
incentrata sulla necessità di cambiar pagina, «per fare entrare
il profumo di Cristo in vite che la quotidianità impregna
dell’odore della muffa del potere e dell’apparenza». Ha
proseguito il Presule: «Colui che prega, l’orante, è il
faticatore, è colui il quale fa seguire alla preghiera l’azione
pratica, spendendosi per il prossimo. Tutti devono spendersi per
l’altro. Soprattutto, come il terremoto ci ha ricordato
drammaticamente, per il povero, l’oppresso, l’orfano, la vedova
e, più in generale, per quanti si trovino in condizioni di
indigenza e miseria, non solo materiale». Ha quindi aggiunto:
«Dio ha preferenza per quelli che non hanno voce, per i poveri,
non per i soliti noti, per coloro i quali fanno della
raccomandazione l’unico mezzo di affermazione sociale: per
ritenersi giusti non è sufficiente seguire le pratiche di pietà,
dal momento che se a queste non segue l’azione, noi ci
allontaniamo da Dio». In coda, monsignor Galantino ha esortato
alla preghiera, «ben sapendo che pregare vuol dire anche
sperare: sperare di mettere in piedi la propria casa, la propria
famiglia o la propria attività commerciale. Il terremoto questo
ci insegna: le nostre vite hanno bisogno di una scossa di
carità, di solidarietà, di un sussulto di dignità che partendo
dalla Parola di Dio ci faccia superare il piattume quotidiano».
A seguire, dopo la santa messa, la statua della Vergine Assunta
è stata portata in processione per le vie di Mormanno, per
perpetuare il patto di filiale devozione che lega i mormannesi
alla loro Protettrice.
Cassano allo Ionio, 27 ottobre 2013
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