Ordinazione sacerdotale di Giuseppe Arcidiacono


«Aiutiamo ad alzare lo sguardo in alto»

Mons. Galantino ai sacerdoti nel giorno dell’esaltazione
della Santa Croce e dell’ordinazione di un nuovo presbitero,
don Giuseppe Arcidiacono

 



Don Giuseppe Arcidiacono, 42 anni, di Cassano all’Jonio, è stato ordinato sacerdote domenica 14 settembre, nella chiesa cattedrale della città delle terme, dal vescovo della diocesi di Cassano, mons. Nunzio Galantino. Don Arcidiacono svolgerà il suo ministero presso la nuova chiesa di Castrovillari intitolata al Beato Giuseppe Puglisi e insegnerà Religione presso l’Istituto Commerciale della stessa città. Baccalaureato in Teologia nel 2012, don Giuseppe è anche laureato in Scienze Naturali. Lunedì 15 settembre celebrerà la sua prima messa nella chiesa di San Francesco d’Assisi, di Cassano, da dove proviene.

Durante la celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato quasi tutti i sacerdoti della diocesi e numerosi fedeli, il vescovo Galantino, segretario generale della CEI, pronunciando l’omelia per la solennità liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, si è detto contento per il momento di gioia vissuto che si protrarrà sabato 20 settembre con un’altra ordinazione presbiterale, quella di don Maurizio Bloise. L’ultima ordinazione, in diocesi, risale a cinque anni fa, e dopo quella del vescovo di Locri-Gerace di don Franco Oliva, delle ordinazioni diaconali e ora di queste due presbiterali, si sta vivendo uno «tsunami di ordinazioni».

L’esaltazione della Croce, alla quale Cassano è molto legata per “antica devozione”, ha ricordato il presule, spinge a ad alzare lo sguardo in alto. Il popolo d’Israele, in un momento di difficoltà, mentre protestava, ha ottenuto dal Signore un “mediatore”: Mosè che prende atto delle difficoltà e diventa “indicatore di questo sguardo”.

«A noi - ha detto mons. Galantino rivolgendosi ai sacerdoti - ci vengono chieste le cose più strane, ma ci venga chiesto innanzitutto questo: “Aiutami ad alzare lo sguardo in alto”, verso Gesù Crocifisso, segno dell'amore reale col quale il Signore si accosta all'uomo che sente il peso del viaggio e che fa fatica a tenere dritta la rotta della propria vita». E ancora, rivolgendosi sempre al neo sacerdote e a tutti i presbiteri: «Dobbiamo essere persone non ripetitive», «essere uomini della novità».

«Una comunità che fa festa intorno al Crocifisso - ha detto ancora mons. Galantino - è una comunità che vede - nella Croce e nella logica di amore che ha portato Gesù a morire sulla Croce - la possibilità di un nuovo inizio. É una comunità che vede nella Croce e nella logica che ha portato Gesù a morire sulla Croce un’inversione di marcia, che dalla disperazione porta alla speranza, dal lutto porta alla gioia e dall’egoismo porta alla condivisione».

«Fare festa intorno al Crocifisso ed “esaltare la Croce”, come afferma la Liturgia, vuol dire “esaltare” e mettere in maniera forte ed evidente al centro delle nostre decisioni lo stile di vita di Cristo, che è stile di vita fatto di amore portato alle estreme conseguenze».

«E il nostro mondo, oggi più che mai, ha bisogno di gente che, con la sua vita e con le sue scelte, a costo di essere messo in Croce (non necessariamente fisicamente!) denunzia le logiche contrarie a quelle dell’amore che si dà fino a finire sulla Croce».

Don Giuseppe Arcidiacono, alla fine della santa messa, dopo avere amministrato l’eucarestia, ha pronunciato un breve discorso durante il quale ha ringraziato il Signore, il vescovo e i suoi predecessori, il laicato, quello dell’Azione Cattolica in particolare, la famiglia e la mamma per la «fede silenziosa» che gli ha trasmesso e, infine, la comunità vocazionale con cui continuerà il suo nuovo cammino pastorale.
 

Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali


 

 

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