VIDEO - Un
fuoco di speranza attraversa Cassano all'Jonio
VIDEO a cura dell'Ufficio comunicazioni sociali
Il video racconto della fiaccolata per le vittime delle violenze
svoltasi a Cassano all'Jonio venerdì 24 gennaio 2014. Le riflessioni
del vescovo, mons. Nunzio Galantino e la lettera di Antonia
Iannicelli, la mamma di Cocò, il bimbo di tre anni ucciso insieme
con il nonno, Giuseppe Iannicelli e la compagna, i cui corpi sono
stati ritrovati carbonizzati nella sua auto, nelle campagne della
città sibarita, domenica 19 gennaio 2014
.
24 genn. 2014
FIACCOLATA PER LE VITTIME DELLE VIOLENZE
L’altra faccia di Cassano
La città in marcia per la legalità, contro la violenza
Venerdì sera fiaccolata silenziosa per le vie del centro storico
In cammino per le vie
del centro storico, per dire no alla violenza e per dare voce,
nel silenzio della riflessione, all’altra Cassano, all’altra
Calabria. Quella onesta, laboriosa e che vuole cambiare e che
non si piega di fronte allo strapotere del crimine.
Il triplice omicidio consumato nei giorni scorsi scuote le
coscienze. La storia di Nicola “Cocò” Campolongo, il bambino di
tre anni trucidato insieme al nonno e ad una ragazza marocchina
compagna di questi non lascia indifferente la città. La
risposta, che vuol essere invito alla pace, ma è insieme
richiesta di giustizia e segno di fede, arriva dalla Diocesi di
Cassano all’Jonio. Che di concerto con l’Amministrazione
comunale di Cassano all’Jonio ha promosso per venerdì 24 gennaio
una fiaccolata per ricordare le vittime della violenza,
declinata in tutte le sue forme.
Il corteo silenzioso si snoderà per le vie del borgo antico,
partendo alle 19.30 da largo Cappuccini. Ed alla luce delle
fiaccole attraverserà via IV Novembre, piazza Paglialunga, corso
Cavour, via XX Settembre, largo sant’Agostino e via Duomo prima
di giungere in piazza sant’Eusebio, dove il vescovo della
diocesi cassanese e segretario generale ad interim della Cei,
monsignor Nunzio Galantino, guiderà un momento di preghiera.
Emergenza criminalità, il messaggio del Vescovo Galantino
VIDEO a cura dell'Ufficio comunicazioni sociali
20 genn. 2013
mons. Nunzio Galantino
Triplice omicidio a
Cassano: "Quel sangue
sconfitta di tutti".
Lo dice il segretario
generale ad interim della
Cei, monsignor Galantino.
Il vescovo di Cassano
all'Jonio, monsignor
Nunzio Galantino,
segretario generale ad
interim della Conferenza
Episcopale Italiana, si è
recato ieri nel luogo in
cui, nelle campagne
cassanesi, in un'auto data
alle fiamme sono stati
rinvenuti tre corpi
carbonizzati e lì ha
assistito in preghiera al
recupero dei resti delle
vittime, tra le quali un
bimbo di tre anni. "Sono
sgomento - ha detto
monsignor Galantino - per
il livello di efferatezza
raggiunto da chi ha
consumato questo delitto.
Come si può dar fuoco ad
un'auto sapendo che dentro
vi sono delle persone e,
tra queste, un bambino?
Come si può non sentire il
pianto di un bambino? Come
si può? Non parlate di
comportamento bestiale.
Facendolo, offendiamo le
bestie". Ha quindi
aggiunto: "Quel sangue è
una sconfitta di tutti,
soprattutto di quanti
continuano a girare alla
larga dal disagio morale,
oltre che economico e
sociale nel quale si vive
accanto a noi. E' una
sconfitta anche per quanti
nella nostra comunità
ecclesiale continuano a
pensare che basta una
serie di cerimonie ben
fatte per sentirci a
posto". Ha proseguito il
Presule, facendo
riferimento alle
manifestazioni della
Giornata della Pace, in
programma ieri nella città
ionica: "Avrei voluto
godere di più con i
ragazzi che erano in
Cattedrale e con gli
straordinari loro
animatori. Ma non è stato
possibile. Spero di poter
presto incontrare
sacerdoti e operatori
pastorali per riflettere
su quanto è accaduto a
poche centinaia di metri
dalle nostre chiese.
Voglio sapere che
risposta, come Chiesa,
sentiamo l'urgenza di dare
perché, anche da parte
nostra, ci siano parole e
comportamenti chiari sulla
legalità e sul rispetto
della vita; e quali scelte
ci sentiamo di fare. Il
Signore ci interpella
anche attraverso i resti
carbonizzati delle tre
vittime che ho visto
estrarre dalla macchina
data alle fiamme. E' anche
quella Parola di Dio».
Le mafie uccidono anche i bambini e
non da oggi. Non solo il piccolo
Cocò, ucciso e bruciato
probabilmente per eliminare un
testimone. Testimone a 3 anni, dopo
aver respirato a pochi mesi l'aria
di una cella assieme alla mamma.
E poi incredibilmente affidato al
nonno pregiudicato e agli arresti
domiciliari. Davvero questa piccola
morte "è una sconfitta di tutti noi"
come ha detto ...