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Articoli Avvenire |
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EMERGENZA
CALABRIA
Mormanno, apre il primo cantiere |
«Lavori di pronto intervento post sisma numero 1». La frase è
ben leggibile sulla tabella piazzata sul muro dell’ex episcopio
di cui la diocesi di Cassano all’Jonio (Cosenza), grazie ai
fondi messi a disposizione dall’otto per mille, ha avviato i
lavori di consolidamento dopo il sisma del 26 ottobre.
È il primo cantiere aperto a Mormanno. Ristabilendo l’agibilità
della struttura, adiacente alla chiesa di Santa Maria del Colle
impraticabile da quella notte, permetterà alle attività
commerciali ospitate al piano terra di rialzare le saracinesche.
Inoltre dovrebbe consentire pure di riaprire una strada
importante per i collegamenti nel centro del paese, la zona più
colpita.
Lo conferma il sindaco, Guglielmo Armentano, il quale sottolinea
che la diocesi è stato il primo ente a passare dalle parole ai
fatti, aprendo il cantiere. «Per il resto – insiste il primo
cittadino – è un disastro. E pensare che adesso siamo ancora
nella fase di emergenza. Chissà cosa succederà quando, col
passare del tempo ma senza la soluzione dei problemi, ne
usciremo. Ho inviato inutilmente una lettera al presidente della
Regione per chiedere un incontro. Vorrei sapere che ne è stato
del blocco dei tributi regionali per aiutare la devastata
economia locale. Sinora abbiamo avuto solo la sospensione dei
mutui prevista per 150 giorni dall’ordinanza della protezione
civile».
Un altro intervento simile lo ha messo in campo la diocesi che
per novembre, dicembre e gennaio, ha ridotto del 30% il canone
dei locali fittati in paese.
A Capodanno il vescovo di Cassano all’Jonio, Nunzio Galantino,
ha celebrato Messa a Laino Borgo, uno degli altri centri del
Pollino piegati dal sisma, in locali messi a disposizione dal
Comune. «Avvertiamo come nostro dovere – ha commentato il
presule – richiamare la costante attenzione delle istituzioni e
dell’opinione pubblica nazionale su ciò che appare un terremoto
dimenticato. Continueremo a profondere il massimo impegno per
stare vicini alle popolazioni, tentare di alleviare la
sofferenza di tanti fratelli e sorelle, condividerne il peso».
Obiettivi che la diocesi è impegnata a concretizzare attraverso
la preghiera e servizi che consentano il normale prosieguo delle
attività di culto, nonostante l’inagibilità di gran parte delle
chiese del comprensorio.
La diocesi ha inoltre avviato la messa in sicurezza dell’ala del
seminario estivo danneggiata dal sisma e della cappella
adiacente la chiesa di santa Maria degli Angeli. Inoltre è
attivo (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12) il centro di
ascolto Caritas per raccogliere istanze e richieste d’aiuto,
oltre che favorire l’accompagnamento al lavoro e l’attuazione
del progetto di assistenza psicologica.
Gli esperti avvieranno percorsi formativi per professionisti e
volontari, mentre è stata effettuata una mappatura del
territorio per individuare le priorità e verificare bisogni e
esigenze anzitutto di anziani, ammalati e bambini. «Uniamoci,
affidiamo il nostro impegno e il nostro territorio a Maria – ha
concluso il vescovo Galantino –. Sono certo che, con l’aiuto di
Dio, potremo uscire da questa prova più rafforzati».
Domenico Marino |
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Ricominciare con un
«sì»
pronunciato sull’altare
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DA MORMANNO (COSENZA) « È stato molto bello il nostro
matrimonio, perché gli amici erano tutti accanto a noi
nonostante quanto era appena successo e quindi la poca voglia di
fare festa. Provavamo un sentimento misto, col pensiero a quanto
accaduto poche ore prima ma anche una grande voglia di
ricominciare. È stata una splendida festa'. Giusy De Girolamo e
Pietro Sola ricordano il loro «sì» sull’altare di Maratea il
giorno dopo il sisma che all’1.05 della notte tra giovedì 25 e
venerdì 26 ottobre ha messo in ginocchio Mormanno e altri centri
del Pollino al confine tra Calabria e Basilicata. Nei giorni
scorsi hanno festeggiato i primi due mesi dalle loro nozze che
per tutto il! paese hanno rappresentato un simbolo di speranza e
un segnale di rinascita. Ma la giovanissima coppia non dimentica
la lunga notte del terremoto quando hanno faticato sino alle 6
del mattino per sgomberare la casa di famiglia di Giusy, resa
inagibile dalla violenta scossa e perciò sgomberata d’urgenza.
Così come l’abitazione in cui viveva una zia disabile
dell’allora promessa sposa, tra l’altro morta la notte di Natale
dopo due mesi di sofferenze aggravate dalla sistemazione di
fortuna nella residenza di campagna in cui i genitori di Giusy
hanno subito dovuto trasferirsi, portando con loro la congiunta
disabile. Per fortuna il terremoto non ha incrinato i muri della
casa degli sposini, che è di costruzione relativamente recente e
quindi ha retto meglio al terremoto. Marito e moglie possono
continuare a lavorare nel panificio di Pietro, sistemato nella
zona industriale del paese, che è rimasto solo leggerme! nte
lesionato dal sisma di fine ottobre. È una struttura pr!
efabbric ata e ha subito solo lievi conseguenze. Giusy e Pietro
cercano di condurre una vita normale, da coppia fresca di fuori
d’arancio che giorno dopo giorno insegue una quotidianità
banale. Ma non è assolutamente facile, perché, attorno, il paese
ancora boccheggia e gli introiti, oltre che l’umore, ne
risentono. Proprio mentre parliamo con Pietro, l’ennesima scossa
conferma che il capitolo non è chiuso per niente. «È un continuo
– racconta il giovane – due notti fa ce n’è stata un’altra. E
prima ancora... Sono lievi, non certo come quella del 26
ottobre, ma ci tolgono la tranquillità, non ci consentono di
metterci alle spalle quanto successo e iniziare davvero a
risalire». Tuttavia Giusy e Pietro, giovani e innamorati, non
hanno nessuna voglia di cedere a questo sciame sismico che
tormenta il Pollino da più di due anni. Il loro sorriso e la
gioia di stare assieme è il simbolo della Mormanno e che ha già
ricominciato a vivere, nonostante tutto.! Nonostante gli aiuti
che non arrivano, nonostante le promesse non mantenute e
nonostante le scosse che continuano. (D.Mar.)
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