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VESCOVO >Stemma |
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Blasone |
Partito: nel
1° d’azzurro, all’aquila
proveniente dall’ambone
medievale della Chiesa Madre
di Cerignola, posata in maestà
su di una colonnina con
capitello in figura di testa
umana, e reggente un leggio,
il tutto di marmo al naturale
e cimato da un libro aperto,
caricato delle lettere Alfa e
Omega di rosso; nel 2° d’oro,
al destrocherio di carnagione
vestito di bianco, uscente dal
fianco sinistro dello scudo,
ed impugnante un giglio di
giardino al naturale Lo
scudo accollato a una croce
astile trifogliata d’oro,
gemmata di quattro pezzi
d’azzurro, e timbrato da un
cappello prelatizio a sei
nappe per lato, il tutto di
verde. |
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Motto
INCLINA COR MEUM IN TESTIMONIA
TUA |
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Spiegazione simbolica -
teologica |
Lo scudo, nella sua
composizione, richiama
simbolicamente la storia di
Mons. Galantino, oltre che i
suoi valori spirituali, in
special modo il primato della
Parola di Dio nella vita
cristiana e nella missione
apostolica.
Innanzitutto gli smalti scelti
per il campo. L’azzurro e
l’oro richiamano gli stemmi
delle Città di Cerignola
(D’azzurro, alla campagna
d’oro, sostenente una cicogna
nell’atto di spezzare un
serpente, il tutto al
naturale) dove il presule è
nato e ha esercitato il
ministero di parroco fino alla
nomina vescovile, e la Città
di Cassano all’ Jonio
(D’azzurro, al liocorno
inalberato d’oro; al capo di
rosso caricato da una corona
del secondo) sede
dell’esercizio del ministero
episcopale.
L’aquila marmorea posta sulla
figura di una testa umana e
reggente un leggio, proviene
da un ambone medievale
anticamente posto nella Chiesa
Madre di Cerignola, che fino
al 1934 era Chiesa cattedrale
ed era intitolata a san Pietro
apostolo, mentre ai giorni
nostri è intitolata a San
Francesco d’Assisi.
Attualmente la composizione
marmorea si trova all’esterno
della Chiesa, nei pressi dell’
ingresso laterale. Si tratta
di una composizione non di
rado riscontrabile in amboni
tardomedievali 1 .
Una possibile interpretazione
vede nella figura umana un
riferimento al paganesimo
vinto e superato dalla fede in
Cristo generata dall’annuncio
del Vangelo, limpidamente
richiamato dall’aquila, figura
simbolica dell’evangelista
Giovanni. Ad ogni modo, la
presenza di tale composizione
raffigurativo-simbolica,
richiama nello stemma il suo
legame con la Parrocchia di
san Francesco d’Assisi in
Cerignola e del territorio
noto come “Terravecchia”, dove
il Vescovo di Cassano ha
esercitato il ministero di
parroco dal 1977.
La composizione fa da
supporto ideale al libro
aperto che simboleggia la
Parola di Dio. Il libro,
figura molto diffusa
nell’araldica ecclesiastica
contemporanea 2 , è
qui caricato delle lettere
Alfa e Omega di rosso. Le due
lettere si ritrovano nel libro
dell’Apocalisse ad indicare la
sovranità di Dio che tutto
comprende e tutto opera con la
potenza della sua Parola (Ap
1,8; cf 22,13). Esse
diverranno molto care alla
simbologia cristiana, tanto da
far la loro comparsa già nel
secolo III in epigrafi e in
raffigurazioni, in riferimento
alla divinità di Cristo e alla
speranza nella risurrezione
3. Il rosso delle
lettere richiama la potenza
dello Spirito Santo che,
unitamente alla profonda
convinzione di chi lo
annuncia, permette la
diffusione del Vangelo (cf 1Ts
1,5).
Nella seconda partizione
ritroviamo un destrocherio
vestito di bianco che, nel suo
impugnare un giglio di
giardino (distinto, nel
linguaggio del blasone e
nell’arte araldica dal giglio
nella sua nota forma
stilizzata) assume qui diverse
connotazioni simboliche.
Innanzitutto, alla luce della
classica iconografia
dell’Arcangelo Gabriele,
spessissimo rappresentato
recante questo fiore, esso
richiama il mistero
dell’Annunciazione e quindi
della Madonna Annunziata, la
quale ha accolto con fede la
Parola di Dio che si è fatta
carne nel suo grembo verginale
(cf Lc 1,26-38; Gv 1,14a). Di
conseguenza abbiamo
un’allusione al nome di
battesimo del titolare, oltre
che al compito proprio del
Vescovo in quanto primo
annunziatore nella sua chiesa
della Parola che salva 4.
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1
Tra i vari esempi possibili,
quello della cattedrale di San
Sabino a Canosa, databile all’XI
secolo; o, con figure umane
nella loro interezza, della
cattedrale di Santa Maria
Assunta a Bitonto, del 1229,
come della cattedrale
salernitana di San Matteo,
databile alla seconda metà del
XII secolo. 2
Cf. A. POMPILI, “Il libro e la
stella: simbolo e arte di due
figure diffuse negli stemmi
ecclesiastici italiani
contemporanei”, in Nobiltà.
Rivista di Araldica,
Genealogia, Ordini
Cavallereschi, n. 86 (2008),
pp. 407-432.
3 Cf Voce
“Alfa e Omega, Principio e
Fine”, in M. LURKER,
Dizionario delle immagini e
dei simboli biblici, Cinisello
Balsamo (Milano) 1990, p. 10.
4 Il
giglio richiama anche San
Luigi Gonzaga, particolarmente
venerato nella Parrocchia dove
Mons. Galantino ha,
dall’Ottobre 1977 al Febbraio
2012, esercitato il suo
ministero pastorale. |
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Il Vescovo |
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Mons. Nunzio
Galantino |
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