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Ammissione agli ordini sacri del seminarista Emilio Mitidieri


«Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento». Nel giorno in cui si celebra l’Epifania di Nostro Signore, che simbolicamente rappresenta la Sua manifestazione al mondo, S.E. Rev. Mons. Francesco Savino che presiederà la solenne liturgia ammetterà agli ordini sacri il seminarista Emilio Mitidieri della Parrocchia San Teodoro di Laino Castello.
La liturgia si terrà venerdì 6 Gennaio presso la Basilica Minore Santa Maria del Lauro. L’ammissione agli ordini sacri è il primo passo verso il sacerdozio. È il primo “Si” ad una consacrazione totale al Signore, un prendere con sempre maggiore impegno quella formazione spirituale, umana e culturale che deve essere essenziale per un presbitero. Con l’ammissione agli ordini sacri, si inizia lo studio pieno della Teologia e la formazione di ministro della Parola e dell’Eucaristia. Lo sguardo è rivolto verso il Signore che ammaestra, pasce e santifica il suo popolo. Questo percorso sarà sancito dal conferimento dei ministeri di Lettorato e Accolitato. Poi gli ordini maggiori del Diaconato e Presbiterato.
L’«eccomi» che Emilio Mitidieri pronuncerà dinanzi a Mons. Francesco Savino e alla Chiesa è anzitutto segno della libertà scaturita dal sentirsi amato, accolto e perdonato dal Signore Gesù, ma anche espressione del desiderio di seguirlo, imitandolo nel donare la vita per tutti. Quell’«eccomi» è disponibilità a servire la Chiesa nella sua missione, quella Chiesa che Emilio sente essere madre e di cui sente di condividere le gioie e le sofferenze. Dietro questa piccola parola si cela il dispiegarsi di un progetto d’amore che, giorno dopo giorno, il Signore porta a scoprire, non senza difficoltà e fatica, ma sempre fiduciosi nella sua presenza. «Non temere!» è la rassicurazione biblica più bella e consolante che Dio fa promettendo di non abbandonare mai nessuno. Anche nel giorno dell’ammissione agli ordini, il Signore sussurrerà in modo del tutto speciale quel «Non temere!», lo stesso ascoltato in sogno da Giuseppe, lo stesso rivolto a Maria per mezzo dell’Angelo. «Non temere»: risuoni ancora questa consolazione nel cuore di tutti per permettere a Dio di completare l’opera sua in ciascuno di noi.