Omelie

Festa del Crocifisso Venerdì 3 marzo 2017



FESTA DEL CROCIFISSO [SCARICA]

Venerdì 3 Marzo 2017

Come è bello e come dà gioia, ogni primo venerdì di Marzo, secondo la tradizione, trovarci insieme in Cattedrale per volgere lo sguardo a Colui che hanno trafitto, il Crocifisso, e per lasciarci interrogare da Lui in un dialogo personale e comunitario. Il Crocifisso di Cassano all’Jonio custodisce una memoria che comunica emozioni e suscita sentimenti di gratitudine di ogni cittadino cassanese.

Quale riflessione provoca, quest’anno, il nostro Crocifisso?

Siamo chiamati a fare discernimento sulla vita della nostra città. Per amore e soltanto per amore, questa sera, non tacerò: il silenzio, da parte mia, sarebbe complicità e omissione. La vita di tutti è fatta di alternanza tra momenti di gioia e di consolazione in cui le cose vanno bene, i rapporti con gli altri sono positivi e costruttivi, quando è bello festeggiare, e momenti di sofferenza, di tristezza, di paura, di insuccessi, di delusioni amare, quando è veramente difficile trovare motivi di festa.

Cassano allo Ionio, a volte, ci appare nella sua bellezza: il cielo stellato di alcune notti di sereno, lo spettacolo del Pollino, alcuni angoli che custodiscono la storia dei padri, tutto ci regala un senso di gioia e allora ci sentiamo trasportati alla festa. Ma la nostra città si presenta spesso carica di angosce e di ingiustizie, di violenze e di povertà: compaiono evidenti segnali di morte causati dall’usura, dalla mancanza di lavoro, dal clima di odio che procura macchine incendiate, capannoni bruciati, lapidi disonorate, commercio abusivo di droga e armi, giovani allo sbando, adulti in grande crisi. Come festeggiare?

Eppure abbiamo appena ascoltato una verità sbalorditiva: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.

“Dio ha tanto amato il mondo”: Dio ama il mondo, anche la città di Cassano, in modo concreto, adesso.

“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”. Lo ricorda San Paolo nella Lettera ai Romani quando dice: “In fondo morire per una persona onesta e buona è un atto eroico, e forse qualche eroe si trova. Ma Dio dà prova del suo amore verso di noi proprio in questo, che quando noi eravamo peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 6-8).

Il Crocifisso che contempliamo, tanto caro al popolo di Cassano, l’«ecce homo», l’impotente dinanzi alla libertà violenta dell’uomo, è il segno e il criterio di un amore che non ha limiti, che non ha riserve, che si apre all’accoglienza dell’uomo concreto così com’è, “perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

La “vita eterna” non finisce mai, è la vita stessa di Dio e, se Dio vuole che noi abbiamo la vita eterna, la sua stessa, il nostro amore deve avere le stesse caratteristiche del suo amore fino a renderci capaci di vincere il male con il bene, così come Lui ha fatto. E’ la scelta di Gesù, il quale, dice san Paolo nella seconda lettura, “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini […] per questo Dio lo esaltò”. Nella logica di Dio non è vincente il carnefice ma la vittima.

Il Crocifisso è cattedra di amore: rivolgiamoci tutti alla sua scuola per imparare che amare non è un’emozione ma il dare se stessi. Anzi, “amare è voce del verbo morire” ripeteva con convinzione don Tonino Bello.

L’essenza del cristianesimo sta nella contemplazione del volto del Crocifisso, porta che apre sull’essenza di Dio e dell’uomo. Dio è entrato nella tragedia dell’uomo, perché l’uomo non vada perduto.

Per sapere chi sia Dio devo inginocchiarmi ai piedi della croce (Karl Rahner).

Questa sera, rivolgo a tutti un invito: inginocchiamoci davanti al Crocifisso e chiediamo perdono per tutto il male, molto spesso gratuito, che ci facciamo qui a Cassano: con le parole e le chiacchiere, con l’oltraggio dei principi democratici, con l’intolleranza, con il facile giudizio, con il sospetto, con l’invidia, con la ricchezza acquisita in modo illegale.

Al Crocifisso a noi tanto caro diciamo con forza, insieme: mai più la violenza.

E facciamo una solenne promessa: essere una comunità unita per il bene di tutti. Chiediamo al Crocifisso di impegnarci soprattutto per il bene dei bambini, che scandalizziamo con i nostri comportamenti diseducativi, dei giovani che non trovano adulti credibili ed autorevoli, degli anziani, che continuano ad essere custodi della tradizione e spesso sono disperati dinanzi allo sfacelo del territorio.

Come Pastore che ha a cuore la vostra vita e il vostro destino, dico con forza: Cassano, svegliati e risorgi. Non farti male! Cerca di volerti bene! Puoi farcela, possiamo farcela se il fine è il bene e il mezzo il dialogo e il confronto civile. Non spegniamo i sogni e le speranze. La storia ci chiederà il conto!

Rinnoviamo il voto di fedeltà al Crocifisso, in compagnia di Maria, rinunciando al male oscuro del cuore e della mente.

E facciamo festa dicendo sì alla vita bella e buona, sì a dare il meglio di noi stessi, ad amare e a diventare credibili e capaci di assumerci le responsabilità, nella solidarietà e nella condivisione.

Sogniamo una Cassano, patrimonio di umanità, in cui le differenze siano vissute come opportunità e risorsa, sogniamo una città a misura di sguardi di tenerezza e di dolcezza, di incoraggiamento e di consolazione. Sogniamo una Cassano dove la cultura dell’incontro e del dialogo prevalga sullo scontro e sull’odio. Sogniamo una città, casa di verità e non di menzogna, dove ogni paura sia cacciata e la libertà garantita, una città educativa che veda l’alleanza tra scuola, famiglia e Chiesa, per la civiltà dell’amore.

   Francesco Savino