Omelie

Festa patronale San Giuliano, Il Vescovo Savino ai castrovillaresi: “Siate comunità”


Castrovillari, Festa di San Giuliano [SCARICA]

Venerdì 27 Gennaio 2017

“Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io”.

Parole chiare ed incisive queste dell’Apostolo Paolo, ascoltate nella seconda lettura. La Chiesa esiste per evangelizzare! Non ci riuniamo in un club, non veniamo in un museo, non stiamo insieme come in una O.n.G., in un partito o in un’organizzazione filantropica, ma siamo comunità di Gesù: alla sua sequela, siamo convocati per narrare a tutti la bellezza dell’incontro con Gesù che salva la vita.

L’apostolo Paolo esprime con grande decisione i motivi del suo agire, in polemica con tutti i predicatori che andavano alla ricerca di successo e di consenso: egli dice chiaramente che per lui non è motivo di vanto predicare il Vangelo ma una necessità. Nel testo greco viene usato il termine anànche che non indica tanto una necessità interna, quanto una forza esterna che travolge. Paolo, dunque, si sente catturato da una forza caduta dall’alto e non può sottrarsi all’annuncio del Vangelo. La testimonianza di Paolo è importante per noi, Chiesa di oggi: la nostra identità è annunciare e testimoniare il Vangelo senza vanto e senza ricompensa; dobbiamo rallegrarci soltanto perché annunciamo gratuitamente e liberamente il Vangelo. Siamo i servi del Vangelo e non dobbiamo mai farci strappare la gioia che, come dice Papa Francesco riempie il nostro cuore.

Paolo suggerisce anche un metodo: farsi deboli per i deboli, farsi tutto per tutti, perché il Vangelo di Gesù possa salvare qualcuno.

La vita di San Giuliano fu un servizio generoso di testimonianza evangelica; molti religiosi da lui guidati evangelizzarono diverse regioni della Francia. San Giuliano fu vescovo ad immagine del Pastore buono e bello di cui parla il Vangelo di oggi. “In verità vi dico: io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Il pastore è kalòs, cioè “bello” non in senso estetico quanto piuttosto in senso valoriale. Così la vita è bella quando è spesa con amore. Gesù, infatti, sottolinea la differenza tra l’”essere per gli altri” (il pastore) e l’”essere per se stessi” (il mercenario), tra il vivere per amare e il vivere per amarsi.

La philautìa, l’amore per se stessi, è la tentazione degli “amici di Gesù” ed è sempre in agguato nella nostra quotidianità sia personale che ecclesiale. Essere Chiesa che “offre la vita” oppure Chiesa mercenaria, che cerca di affermare se stessa, mondanizzandosi, cedendo alla idolatria del potere e del successo ad ogni costo: questa è la scelta fondamentale che dobbiamo fare.

san_giulianoCarissimi fedeli di Castrovillari, oggi che festeggiamo il santo patrono Giuliano, domandiamoci: “Se san Giuliano fosse presente, in carne ed ossa, oggi, nella nostra città, cosa ci direbbe?”

Come vostro Vescovo vi consegno qualche riflessione che da tempo abita il mio cuore. Consentitemi di dirvi con delicatezza ma, al tempo stesso, con fermezza che mi fa soffrire molto il vedervi una “comunità”  non unita. Noto divisioni, contrasti, competizioni spesso non leali, riconducibili a sentimenti detestabili come l’invidia e la gelosia. Vi richiamo, dunque, a vigilare, a tenere a bada ogni sentimento negativo perché prevalga il bene comune, fondamento e fine di ogni comunità. Se il pluralismo è un valore, le conflittualità spesso pretestuose sono un disvalore becero e dannoso per tutti.

Mi fareste un grande regalo se vi impegnaste ad onorare san Giuliano costruendo a Castrovillari “ponti” tra persone e persone, tra associazione e associazione, tra istituzione e istituzione.  Se l’urbs è l’insieme delle strutture, la civitas è la comunità degli uomini e delle donne che abitano in un territorio: Castrovillari è una città bella e ricca di cultura, di tradizioni positive, ma manca del paradigma del camminare insieme e dello stare insieme per camminare mettendo al primo posto le persone più deboli. La città è di tutti. Essa è stata istituita e sussiste per difendere una comunità da due pericoli contrari e dissolutivi: la chiusura nel gruppo di appartenenza, che soffoca ed isterilisce il gruppo stesso, ed il nomadismo, che disperde l’uomo, togliendogli un centro di identità.

Auguro che i cittadini di Castrovillari siano disponibili a ricostruire una comunità dall’identità sempre aperta al nuovo e al diverso, come gli immigrati, nostri fratelli e sorelle verso i quali noto accoglienza spesso deficitaria . Prendiamo atto che quasi mai è stato il pane ad andare verso i poveri, ma che sono sempre i poveri ad andare dove c’è il pane. E “scegliersi l’ospite è avvilire l’ospitalità”, come diceva sant’Ambrogio.

Ho parlato con franchezza perché vi voglio un mondo di bene e volere il vostro bene significa per me sollecitarvi a costruire le condizioni perché la piccola e bella città di Castrovillari possa splendere non soltanto per la bellezza artistica ma per la bellezza della solidarietà.

San Giuliano, nostro patrono, sostenga e incoraggi tutti i cittadini e le cittadine di Castrovillari ad essere una “comunità” unita nelle diversità, in cui la diversità non sia un problema ma  una risorsa.

   Francesco Savino