Omelie

III Domenica di Avvento anno B


III  DOMENICA  DI  AVVENTO  (anno B)

Is 61,1-2.10-11; Lc 1,46-54; 1 Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28

17  Dicembre  2023

Siamo nella III Domenica di Avvento, la Domenica “Gaudete”, “rallegratevi”. Il motivo di questo invito alla gioia è chiaro: “Il Signore è vicino”. Anzi, sta già “in mezzo a voi”. Chi gioisce?

Gioisce Isaia che, rientrato dall’esilio e chiamato a ricostruire la nazione ormai ridotta a macerie, può annunciare al popolo che sta per sorgere Colui che, unto dallo Spirito, porterà la libertà ai miseri, agli schiavi: è ormai arrivato il tempo della Misericordia di Dio. Anche i poveri gioiscono nel ricevere questo annuncio. Sono “invisibili”, non hanno importanza sociale, non hanno protettori politici, non hanno potere, non hanno diritti e non hanno futuro. Per loro la speranza è negata! Dio, però, è con loro e per loro: viene la liberazione! Gioisce la comunità di Tessalonica a cui è rivolta la lettera di Paolo nella Seconda Lettura: “Siate sempre lieti”. Gioisce anche Maria, che con il suo “Eccomi” rende possibile l’“Incarnazione”, Dio che si fa carne, irrompendo nel tempo della storia, e che presta la sua voce e le sue parole a tutti gli umili e i fragili che abitano il mondo, pronti a magnificare, ad esultare, perché il Signore realizza grandi cose tra gli uomini e nel loro cuore, abbracciandoli con il suo amore. Anche Giovanni Battista, ancora protagonista in questa Domenica, secondo uno stralcio del prologo del IV Vangelo (1, 6-8) e dai vv. 19-28 sempre del primo capitolo, gioisce, lui testimone di Colui “che viene dopo” perché più importante, ma già presente in mezzo al suo popolo.

La gioia del Battista è quella di poter finalmente testimoniare una Presenza che va incontro, per salvarlo, al popolo tutto.

Anche noi siamo chiamati a gioire con tutti questi compagni di strada “perché viviamo nella gioia l’attesa del Salvatore che viene” (Colletta).

Giustamente si chiede il presbitero Sandro Ramirez in un suo commento al Vangelo di oggi: “C’è un segreto, una strada, per vivere in questa gioia? Due indicazioni: la prima è riconoscere in Gesù Cristo, l’incarnazione di Dio, amante dell’uomo. Incontrandolo e riconoscendolo la nostra vita cambia perché Lui è il fondamento, il senso e il fine della nostra esistenza. Si fa esperienza che “Gesù-nostra-gioia” è il suo nome nuovo. La seconda indicazione consiste proprio nel vivere quotidianamente, costantemente, la relazione con Lui.

La preghiera, come relazione con Lui, è esperienza concreta di una gioia che va al di là di ogni emozione o ebbrezza legate ad alcuni eventi della vita.

Opportunamente il Prefazio dell’Avvento II ci fa così pregare: “Lo stesso Signore, che ci invita a preparare con gioia il suo Natale, ci trovi vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode”. La preghiera, allora, è “il segreto per rimanere nella gioia”.

È chiaro che l’invito alla gioia contrasta con tutto ciò che accade nel mondo intorno a noi: guerre, disuguaglianze, discriminazioni, indifferenza, crisi climatica, odio. Ancora di più per questo siamo chiamati come cristiani, amici di Gesù, ad annunciare e testimoniare questa gioia nel tempo della tristezza e questa luce nel tempo dell’oscurità, consapevoli che la gioia di cui ci parla il Vangelo, la gioia dei credenti, è generata dalla fede in Cristo Signore.

E ad ogni modo compiere un ulteriore passo, tenendo presente che, come ci ricorda Papa Francesco “…Per «comunicare Dio» non bastano la gioiosa credibilità della testimonianza, l’universalità dell’annuncio e l’attualità del messaggio. Senza lo Spirito Santo ogni zelo è vano e falsamente apostolico: sarebbe solo nostro e non porterebbe frutto”

Questo il nostro compito, oggi più che mai, la nostra testimonianza: essere nel mondo, in compagnia di Giovanni Battista, la luce di Gesù e affidarci totalmente al dono di Grazia dello Spirito, imitando l’umiltà del Salvatore.

Buona Domenica.

 ✠   Francesco Savino

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