Omelie

Mercoledì delle Ceneri 14 Febbraio 2018


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14  Febbraio  2018

Sono veramente contento di poter vivere, anche quest’anno, la Quaresima, un tempo positivo, costruttivo, favorevole per ogni persona che si lascia interrogare dal Signore: tempo da non sprecare e non snaturare ricordando ciò che pensava Simone Weil: “Il tempo è il nostro supplizio. L’uomo cerca solo di sfuggirvi, cioè cerca di sfuggire al passato e al futuro, sprofondando nel presente, oppure di fabbricarsi un passato e un futuro a modo suo”.

Vi propongo di riflettere sul Messaggio di papa Francesco: “… desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12). Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo

Riconosciamo i falsi profeti! Guardiamoci, dice il Papa, dagli “incantatori di serpenti”, i “ciarlatani”, che approfittando “delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro”, offrono “soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni «usa e getta», di guadagni facili ma disonesti! […] Questi truffatori che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacitò di amare. E’ l’inganno della vanità ” 

La Quaresima è tempo di discernimento sapienziale: possiamo mettere ordine nelle nostre relazioni esistenziali, distinguere ciò che è superfluo da ciò che è essenziale. E’ una vera e propria “operazione-verità”. Preghiera, digiuno ed elemosina sono le tre pratiche quaresimali. Non sono pratiche di mortificazione ma di vivificazione! fanno scoprire “il povero che attende di essere scoperto” in ogni essere umano. Sono pratiche che, in questa Quaresima, possono aiutarci ad essere “resilienti” alla mondanizzazione, alla mentalità corrente.

La preghiera è respirare Dio dentro di noi, è lasciare che Dio, la Sua Parola e la Sua Volontà, prendano casa dentro di noi, è lasciarsi completamente “rifare” dall’azione trasfigurante dello Spirito.

“Noi preghiamo nel modo giusto – secondo D. Bonhoeffer -, quando la nostra volontà e tutto il nostro cuore si uniscono alla preghiera di Cristo. Solo in Gesù Cristo noi possiamo pregare; ed è anche con Lui che noi saremo esauditi”. La nostra preghiera resta sempre una lotta per oltrepassare l’egoismo ed amare di più e meglio chi incontriamo o ci vive accanto. Per questo non dovremmo mai stancarci di chiedere al Signore: “insegnaci a pregare”. Non c’è preghiera senza silenzio. La vera rivoluzione viene dal silenzio che è una vera e propria forza per essere liberi dalla dittatura del rumore!

Il digiuno non va considerato come una forma di autocontrollo e di automortificazione, anzi, è un’osservazione critica delle esigenze del corpo per una distinzione chiara dei bisogni e dei desideri. E’ in gioco la nostra stessa libertà. Il digiuno è pratica che imprime disciplina alla nostra oralità per passare dal bisogno al desiderio, dal consumare al gustare, al ringraziare, dalla necessità individuale alla comunione, alla relazione con l’altro, alla condivisione. In passato il digiuno toccava soltanto l’aspetto alimentare, ed è giusto che lo tocchi anche oggi, ma il digiuno tocca un’altra dimensione, quella mediatica, dei social. Dobbiamo vigilare su ciò che entra dentro di noi attraverso la bocca, gli occhi, le orecchie. La disciplina ha a che fare con la nostra qualità di umanità.

L’elemosina: il termine deriva dal greco  “èlemos” che significa pietà ma anche balsamo, e non è disgiunta dalla compassione e dalla benevolenza. E’ il rovesciamento dell’indifferenza perché ha sempre a che fare con l’altro, con la sua povertà, la sua fragilità. Papa Francesco ci mette in guardia da uno dei pericoli che possono seriamente ostacolare il cammino di maturazione della fede: si tratta del raffreddarsi del nucleo essenziale e fondamentale del nostro essere, ossia l’Amore. Dante Alighieri, nella sua descrizione dell’Inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio (Inferno XXXIV, 28-29): egli abita nel gelo dell’amore soffocato. Vigiliamo sulla “freddezza” dell’Amore.

Il Papa ritorna all’esortazione apostolica E.G. in cui parla dei mali che raffreddano l’Amore nelle nostre comunità: “l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario”.

Esaminiamo le nostre relazioni verificandone il senso, la qualità, il “calore”.

L’imposizione delle ceneri, con cui diamo inizio alla Quaresima, ci renda tutti umili e ravvivi in ciascuno il processo di conversione.

Buona Quaresima.

   Francesco Savino