Omelie

Omelia Festa del Crocifisso Venerdì 2 Marzo 2018


FESTA  DEL  CROCIFISSO [SCARICA IL PDF]

Venerdì 2 Marzo 2018

Ancora una volta, come ogni primo venerdì di Marzo, ci incontriamo per rinnovare il voto di fedeltà al Crocifisso.

Ormai sono note a tutti le ragioni storiche della festa più bella di Cassano, la festa che ci aiuta a recuperare l’identità di un popolo che fa molta fatica ad essere comunità, pur desiderandolo.

Nel prefazio fra poco diremo:

“Nell’albero della Croce

tu hai stabilito la salvezza dell’uomo,

perché donde sorgeva la morte

di là risorgesse la vita, e chi dell’albero traeva vittoria,

dall’albero venisse sconfitto”.

E di quell’albero cantiamo oggi le lodi, elevando inni di benedizioni  a Colui che pende dalla Croce.

La Croce, vilipesa da tutti e che tutti vogliono rimuovere, è strumento di salvezza per  coloro che contemplano il grande mistero di  Dio crocifisso.

Non è possibile comprendere la Croce ma soltanto con la contemplazione, soltanto attraverso un dialogo intimo e profondo con Colui che è appeso sulla croce, possiamo gradualmente entrare in questo grande mistero d’amore.

Davanti alla croce, possiamo avere due tentazioni: la prima di rifiutarci di salire su di essa, sapendo l’umiliazione che questo comporta; la seconda, scenderne subito appena saliti, perché è insopportabile il tempo di sosta su di essa.

Paolo, nella seconda lettura appena ascoltata, tratta dalla Lettera ai Filippesi, dice che “Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso [ … ] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e ad una morte di Croce”.

Il Vangelo di Giovanni ci consegna un singolare dialogo notturno fra Gesù e uno dei capi dei Giudei, Nicodemo, desideroso di incontrare la Verità, ma che si muove con cautela, di notte, forse per non compromettere il suo potere nel Sinedrio o forse perché teme che la Verità incontrata gli sconvolga la vita. Proprio a Nicodemo, che oggi ci rappresenta tutti, Gesù rivolge parole assai chiare e dirette, incurante che esse potessero avere come esito una reazione scettica o dilatoria. Possiamo soltanto immaginare lo stupore, lo sconcerto di Nicodemo nel sentirsi dire cose mai udite: “risalita al cielo per colui che ne era disceso, il serpente del deserto da riattualizzare nell’innalzamento del Figlio dell’Uomo, Dio che manda il Figlio non a condannare ma a salvare”.

Nella festa del Crocifisso di quest’anno mettiamoci accanto a Nicodemo chiedendoci se anche noi non reagiamo alla stessa maniera davanti al mistero della Croce, legno duro che divenne trono regale del Figlio di Dio, crocifisso e risorto.

Penso che, se agli apostoli risultò duro ed incomprensibile il discorso sull’eucarestia, ancora più ostica dovette apparire “la profezia della Croce”, come segno di un amore asimmetrico, senza condizioni. Sul Golgota, stando al racconto dell’evangelista Giovanni, tranne lo stesso Giovanni, degli altri non fu visto nessuno.

Davanti alla Croce, è istintivo fuggire. Chi ci trattiene è lo sguardo di Colui che fu trafitto alla Croce, di Gesù.

Noi cassanesi fermiamoci in silenzio, ai piedi del Crocifisso per imparare la lezione della Croce, perché essa costituisce l’unico criterio di discernimento della nostra sequela cristiana.

Papa Francesco a proposito dell’“esaltazione della Croce” suggerisce di fare un esame di coscienza ponendosi le domande: il Cristo crocifisso, per me, è mistero di amore? seguo Gesù senza Croce, un maestro spirituale che riempie di consolazione, di consigli buoni? seguo la Croce senza Gesù, sempre lamentandomi, con una specie di “masochismo” dello Spirito? mi lascio portare da questo mistero dell’abbassamento, svuotamento totale e innalzamento del Signore?

Vorrei aggiungere un’ultima domanda riguardante la vita quotidiana di Cassano: cosa il Crocifisso ci indica perché impariamo ad essere comunità?

Contemplando in silenzio il Crocifisso, raccogliamo nel nostro cuore tutti i giovani che subiscono particolarmente le conseguenze di scelte irragionevoli e talvolta scellerate.

Riconosciamo alla famiglia “la sua vocazione di grembo generante, che non dona solo la vita, ma le dona anche la voglia di vivere, di rischiare, di slanciarsi nel mondo, che non riempie i ragazzi solo di beni, ma gli insegna a rischiare, gli dona il gusto e la curiosità di capire, di fare, di amare, di donarsi” (Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara).

I coniugi ritrovino, se l’hanno smarrito, il buon legame tra moglie e marito: la madre trasmetta la fiducia, il padre la responsabilità non tanto e non solo con le parole ma con la propria condotta coerente.

Mettiamo da parte tutto ciò che ci divide e custodiamo tutto ciò che ci unisce, per fare di Cassano una comunità che, senza parole bugiarde e pettegolezzi di strada, crei le condizioni di una vita più fiduciosa e più incoraggiante.

La Croce di Cristo è la salvezza che ci fa intravvedere in tutte le ferite personali e sociali, del corpo e della psiche, l’alba della eternità in cui tutto è possibile a Dio e a chi crede e confida in Lui, e soltanto in Lui.

  Francesco Savino

 

 

PREGHIERA AL CROCIFISSO [SCARICA PDF]

Di carne sfigurato sul legno della croce 

attiri tutti, a Te, Signore.

Tu inchiodato ci liberi

Tu morto ci fai vivere

Il peccato è redento, la morte annientata.

Accanto, nascosto, in ogni dolore

rimani Tu,

disegni fiori di gioia

intrecci corone di pace

con la Parola di vita

con il Corpo donato e il Sangue versato.

Nuova alleanza tra Dio e noi

estranei al mondo, custoditi dall’Amore.

Ti preghiamo, o  Crocifisso,

guarisci dalla violenza  i nostri desideri 

orientali  oltre ogni  paura di morte 

verso l’eternità

nella gloria della Resurrezione. Amen 

   Francesco Savino