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Omelia Santa Pasqua 2020


Santa Pasqua 2020
At 10, 34a.37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

Domenica  12  Aprile  2020

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Presso la croce di Gesù, al momento della sua morte, al tramonto di quel venerdì, la morte sembrava aver detto l’ultima parola. 

Ma ecco la sorpresa di Pasqua: il sepolcro è vuoto! 

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”. 

La Maddalena va al sepolcro per onorare il corpo dell’Amato e invece, come afferma don Luigi Verdi, “trova come preparata una camera nuziale, con il sudario ripiegato a parte, perché la morte, il sepolcro di Gesù non è luogo di separazione ma di unione, di comunione, di vita”. 

Da quel sepolcro vuoto, da quel primo giorno della settimana, la Vita si rimette in cammino, per tutti, per sempre!

Anche se, in questa Pasqua tutta particolare a causa del coronavirus, non possiamo muoverci dalle nostre case, andiamo anche noi con la Maddalena al sepolcro e con Simon Pietro e Giovanni entriamo lì dentro e guardiamo.

L’evangelista Giovanni usa due verbi diversi: theorèo per indicare il guardare senza profondità, è il “guardare” di Maria, che vede la pietra del sepolcro ribaltata, e di Pietro, che vede le bende a terra e il sudario piegato, ma non ne comprende il senso; poi c’è il verbo orào (eiden), il “vedere oltre”, il cogliere il significato profondo della realtà. 

C’è, dunque, un “guardare” e un “vedere”, uno sguardo sulla vita capace di contemplare il mistero e uno sguardo superficiale che guarda senza lasciarsi coinvolgere.

E noi come vediamo la realtà?

C’è un “vedere” che, illuminando l’esistenza, ci fa riconoscere ciò che veramente conta. Questo vedere è possibile con la fede. 

L’evangelista Giovanni annota che l’altro discepolo che era arrivato al sepolcro prima di Pietro, vi entrò, “vide e credette” (v. 8).

Ecco l’altro verbo che ci fa sperimentare i brividi interiori: “credere”. 

È l’ora in cui non ragioni più sulle cose ma le vedi! 

Vedere Cristo risorto significa guardare la vita nelle sue vibrazioni più profonde. 

Il Vangelo di questa Domenica di Pasqua annuncia che c’è un solo modo di vedere la realtà ed è quello dell’estasi, della mistica, della contemplazione.

Non siamo fatti per la morte, siamo fatti per la vita: questo “rimbalza” con la Risurrezione e ci fa balzare.

Non cerchiamo tra i morti colui che è vivo!

La Risurrezione di Gesù è “l’ossigeno” che ci dà respiro, oggi e sempre, per la vita eterna.

Credere nella Risurrezione significa credere che non c’è una situazione che non possa cambiare, trasformarsi, evolvere. Significa credere che anche un “male necessario” serve al bene, che anche l’egoismo, la sfiducia e la tristezza possono essere luogo di amore, fiducia, gioia. Perché, come dice san Paolo, “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).

Vi auguro di “vedere e credere” che il Signore Gesù è risorto!

Buona Pasqua!

   Francesco Savino