Omelie

Solennità di Maria SS. Madre di Dio


 

Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

 

Lunedì 1 Gennaio 2024

 

È il primo giorno del nuovo anno e si intrecciano temi e pensieri profondi: il tempo che passa inesorabilmente, la Liturgia che ci conduce ancora una volta davanti alla mangiatoia di Betlemme dove è deposto il bambino appena nato, l’atteggiamento meditativo di Maria la Madre di Dio, la Giornata Mondiale della Pace, con il messaggio del Papa sul tema: “Intelligenza artificiale e pace”.

L’annuncio della nascita del Messia ai pastori ha veramente illuminato e sconvolto i loro cuori. Secondo la parola dell’Angelo “hanno trovato Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia”. Una scena tanto semplice quanto umana, nulla di straordinario. E quel bambino deposto in un umile giaciglio, avvolto in fasce, che narrano la sua piccolezza, la sua impotenza e la sua condizione pienamente umana, è riconosciuto dai pastori come il Messia. E dopo averlo visto e riconosciuto diventano subito testimoni, narrando la novità di quella nascita a quanti incontrano, trasmettendo oltre alla bella e buona notizia anche il loro stupore e la loro gioia per un evento compiuto da Dio in modo nascosto e umile.

Maria, da parte sua, osserva, ascolta, medita e rimedita nel suo cuore tutto ciò che sta accadendo intorno a sè e trova nella venuta inattesa dei pastori la conferma di ciò che le era stato annunciato dall’Angelo a proposito di suo figlio.

Guardando a Maria, come ci viene descritta da questa pagina di Luca, ci viene suggerito come stile di vita la custodia del cuore. Rimane nel silenzio meditando ogni cosa anche se il suo meditare è attraversato da una sorta di inquietudine, di agitazione.

“Il bambino nato è un primogenito (cfr. Lc 2,7), è un ebreo, figlio del popolo santo, e come tale porterà nella sua carne il sigillo dell’alleanza con Dio, la circoncisione (cfr. Gen 17). Insieme a questo segno, egli riceve un nome che si rivela ancora una volta conforme all’annuncio dell’angelo, un nome che indica la totale appartenenza di quel figlio a Dio e, nel contempo, la sua missione: Gesù, Jeshu‘a, che significa “il Signore salva” e, quindi, Salvatore. All’atto di ricevere questo nome Gesù sparge sangue, allo stesso modo in cui sulla croce, spargendo nuovamente il proprio sangue fino alla morte, riceverà da Dio il nome di Kýrios, di Signore; e Maria, che oggi ci appare quale madre di Gesù, sarà allora riconosciuta quale Madre del Signore, di Gesù uomo e Dio” (Enzo Bianchi).

Siamo all’inizio di un nuovo anno e percepiamo, oggi più forte che mai, il nostro bisogno di contare i giorni, di scandire e misurare il tempo.

Ed è significativa riversare sull’anno che inizia la benedizione data a tutta l’umanità e all’intera creazione dal nome di Dio, tante volte invocato da Israele (cfr. Prima Lettura), Nome che, con la venuta nella carne del Figlio di Dio, risuonerà per sempre come Gesù.

Non dimentichiamo che la benedizione nel nome di Gesù è racchiusa la preghiera più semplice e fondamentale: “Salvami, o Dio! Salva la mia vita! Salva questa nostra umanità! Salvaci, Gesù!”.

Veramente interessante e propositivo il messaggio che Papa Francesco consegna a tutti noi in questa LVII Giornata Mondiale della Pace. Tra l’altro il Papa afferma: “L’intelligenza artificiale, quindi, deve essere intesa come una galassia di realtà diverse e non possiamo presumere a priori che il suo sviluppo apporti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli. Tale risultato positivo sarà possibile solo se ci dimostreremo capaci di agire in modo responsabile e di rispettare valori umani fondamentali come «l’inclusione, la trasparenza, la sicurezza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità» … L’immensa espansione della tecnologia deve quindi essere accompagnata da un’adeguata formazione alla responsabilità per il suo sviluppo. La libertà e la convivenza pacifica sono minacciate quando gli esseri umani cedono alla tentazione dell’egoismo, dell’interesse personale, della brama di profitto e della sete di potere. Abbiamo perciò il dovere di allargare lo sguardo e di orientare la ricerca tecnico-scientifica al perseguimento della pace e del bene comune, al servizio dello sviluppo integrale dell’uomo e della comunità… Lo sviluppo di una tecnologia che rispetti e serva la dignità umana ha chiare implicazioni per le istituzioni educative e per il mondo della cultura…. L’educazione all’uso di forme di intelligenza artificiale dovrebbe mirare soprattutto a promuovere il pensiero critico. È necessario che gli utenti di ogni età, ma soprattutto i giovani, sviluppino una capacità di discernimento nell’uso di dati e contenuti raccolti sul web o prodotti da sistemi di intelligenza artificiale. Le scuole, le università e le società scientifiche sono chiamate ad aiutare gli studenti e i professionisti a fare propri gli aspetti sociali ed etici dello sviluppo e dell’utilizzo della tecnologia”.

L’augurio per questo nuovo anno, che diventa preghiera di intercessione è che tutto, a partire dalla tecnologia, concorra alla costruzione della civiltà dell’amore e della pace.

E che la speranza non venga meno, ma come diceva Pèguy, “veda ciò che sarà” e ci riempia il cuore di quella gioia che costruisce contro ogni evidenza di male.

Un anno di pace e di bellezza per tutti.

 

                                         ✠   Francesco Savino