Omelie

VIDEO | Anniversario presa possesso, mons. Francesco Savino: “Lode a Dio per il primo anno vissuto nella Diocesi”


FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA 

PRIMO ANNIVERSARIO DELL’INGRESSO IN DIOCESI DI MONS. FRANCESCO SAVINO [scarica]

Cassano all’Jonio, martedì 31 maggio 2016

Nel tempo che scorre inesorabilmente,  una sola certezza: il “Logos”  che si è fatto Carne non ci abbandona. Gesù Cristo, il Risorto, è con noi sempre.  E, questa sera, la Parola  ci dice qualcosa di speciale  nell’incontro tra la  giovane  Maria, che reca nel grembo Suo Figlio, e l’anziana cugina Elisabetta. Nella celebrazione di questa festa tema dominante è la gioia.

Le due letture di oggi, Sofonia e Luca, parlano di gioia.

Rallegrati, grida di gioia“, dice Sofonia. “Il Signore è in mezzo a te“. “Non temere, non lasciarti cadere le braccia, il Signore è potente, gioirà per te“. Che bella questa esultanza che ci conquista: anche Lui, il Signore, gioirà per noi!

Nel racconto evangelico, la gioia è la protagonista della visita di Maria ad Elisabetta. Appena Maria saluta Elisabetta, “il bimbo sussulta nel grembo di Elisabetta”. Sussulta di gioia! E siamo coinvolti tutti in questo sussulto di gioia che parte da lontano. La rivelazione dell’angelo a Maria di Nazareth è così potente che, non soltanto copre la Vergine e la conduce a dire il suo “fiat”, ma si propaga fino ad Elisabetta che, appena riceve la visita di Maria, percepisce un guizzo della creatura che porta in grembo, pur essendo avanti negli anni. La forza creatrice non si arresta e fiorisce l’impossibile per gli uomini!

La Parola di Dio genera  la gioia suscitata dallo Spirito Santo che abita il  cuore. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo, Maria fu abitata dallo Spirito Santo, il Profeta è “sedotto” dallo Spirito di Dio. Nella preghiera della Colletta, abbiamo chiesto a “Dio onnipotente ed eterno di essere docili all’azione dello Spirito” per magnificare con Maria il santo nome di Dio.

Papa Paolo VI diceva che “non si può portare avanti il Vangelo con Cristiani tristi, sfiduciati, scoraggiati; non si può. Questo atteggiamento è un po’ funerario“. Essere nella gioia è lasciarsi accompagnare dallo Spirito perché Lui è l’autore e il creatore della gioia. E la gioia che viene dallo Spirito ci rende capaci di vivere, nella libertà, relazioni con tutti, serene e costruttive. Papa Francesco insiste sulla gioia ripetendo che, senza gioia, noi cristiani non siamo liberi, ma schiavi delle nostre tristezze.

La gioia cristiana deriva dalla lode a Dio. Questo è il senso del “Magnificat” di Maria: uscita da se stessa, va incontro a sua cugina e loda Dio che guarda all’umiltà della persona. Coloro che riescono ad andare oltre se stessi per incontrare gli altri, lasciandosi guidare dallo Spirito, sono capaci di lodare Dio.

Ed è questa lode che desidero rivolgere a Dio per il primo anno vissuto nella Diocesi  che è stata affidata alla mia responsabilità di vescovo. Una lode che nasce dalla  gioia profonda di servire il  popolo di Dio, nel nome di Cristo e a nome della Chiesa.

Rinnovo questa sera, davanti a voi,  il mio unico proposito che è quello di facilitare, per quanto mi è possibile, l’incontro di ciascuno con Cristo. Nel mio compito di discernimento episcopale, mi affido alla Sua Grazia per raccontarla a tutti. E a tutti, nessuno escluso, dai sacerdoti ai religiosi/religiose, dai laici ai componenti di  movimenti e aggregazioni ecclesiali, rivolgo il mio “grazie” incondizionato. Siete una ricchezza!

Se il Signore viene a visitarci  in una “carne” ben concreta, allora, anche nella persona di un vescovo, il Signore viene a visitare questa Chiesa.

Facendo mie alcune espressioni della “Regola Pastorale” di San Gregorio Magno, Papa dal 590 al 604, affido alla vostra riflessione quello che cerco di essere: “Il pastore deve dirigere, deve governare la comunità dei credenti per giovare loro, vivendo di carità pastorale, di umiltà, non soltanto stando davanti o cercando privilegi“. Il vescovo è chiamato  a servire la sua Chiesa e mai a servirsene per affermare se stesso, cercando quell’unità che nasce dalla Carità.

Vi chiedo ancora una volta di  collaborare con me in una pastorale d’insieme, valorizzando carismi e competenze diversi, sinfonicamente. Ed ancora un’altra richiesta ho da farvi per il primo anniversario dell’ingresso in Diocesi.  Un regalo che mi sta particolarmente a cuore: il dono di vivere la vita come vocazione.

Se scopriremo, insieme, tutti, che la vita è una vocazione, avremo anche a cuore le vocazioni di speciale consacrazione come quella dei religiosi, e penso particolarmente alle vocazioni al sacerdozio ministeriale.

Ricordatevi di rivolgere a Dio una preghiera costante e incessante per me e per il mio servizio, perché sia esaudito il mio desiderio di essere “ad immagine e somiglianza” del Pastore bello e buono che è Cristo.

Vi assicuro la mia implorazione al Signore ed alla Vergine Maria per la vostra gioia! Vi voglio bene!

  Francesco Savino