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Migranti, Mons. Francesco Savino: “Dobbiamo accoglierli ed essere come il Samaritano”


Pintervista_Quotidianoubblichiamo, di seguito, l’intervista realizzata da Veronica Iannicelli, per il Quotidiano del Sud (pubblicata venerdì 19 giugno 2015) a mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano, sulla questione immigrazione.

Mons. Francesco Savino invita la Diocesi di Cassano e la Calabria ad accogliere i migranti:
“Capisco la paura ma oggi deve prevalere l’accoglienza. Dobbiamo essere come il Samaritano”

di VERONICA IANNICELLI

CASSANO ALL’IONIO – “Accogliamoli”. È questo l’appello che il Vescovo di Cassano all’Ionio, monsignor Francesco Savino, rivolge a tutti per invitare all’accoglienza dei migranti in arrivo o già presenti nel territorio. Noi de Il Quotidiano abbiamo incontrato il Presule che ci ha confessato di essere molto preoccupato del dramma perpetuato da tempo in tutto il Mediterraneo: “Siamo di fronte ad un fenomeno complesso. Purtroppo si pagano le conseguenze di ritardi culturali ed istituzionali. Esprimo la mia indignazione e vergogna, specie nei confronti di qualche politico che cerca di utilizzare questa tragedia per ottenere consensi. Mi preoccupa, ancor di più, constatare che, invece della solidarietà prevale la cultura dello scarto, dell’indifferenza, per usare le parole di Papa Francesco. Soffro molto davanti ad atteggiamenti di tergiversazione, di temporeggiamento da parte dell’Europa che sembra aver smarrito lo spirito dell’accoglienza, dei padri fondatori. L’Europa non ha un’anima: è unita solo per interessi economici”. Quanto alle preoccupazioni dei sindaci e della popolazione dell’Alto Jonio sugli ulteriori sbarchi e sulla presenza possibile di altri migranti in strutture d’accoglienza nella Sibaritide, il vescovo di Cassano dice di comprenderle ma invita sempre e comunque ad accogliere. Gli immigrati ci “provocano” all’accoglienza che è la vera sfida di civiltà della nostra società.  Comprendo chi aspetta un intero anno la stagione del turismo estivo – però non è tempo di dimenticare il dovere della ospitalità,  anche quando dovesse prevalere la paura per la sicurezza e per l’esplodere di nuove infezioni. Ripeto, la capisco ma essa non deve impedire di restare indifferenti davanti al dramma umano dei profughi che si riversano nel Mare nostrum.  Anche tra i praticanti cattolici purtroppo si associa l’immigrato soltanto a negatività. Non deve essere così. L’accoglienza è la nostra missione. Accoglienza ed integrazione, sempre accompagnate dal rispetto della legalità, devono essere i nostri obiettivi”. Poi il vescovo si domanda: “Quando gli immigrati si gettano nella acque che bagnano le nostre coste, cosa facciamo? Lasciamo che anneghino? Vogliamo che anche il mare Jonio diventi un cimitero liquido?” Il Vescovo ha aggiunto: “Purtroppo nella nostra Diocesi non abbiamo strutture ricettive per poter ospitare i poveri migranti, ma posso garantire che faremo la nostra parte perché civiltà e democrazia di un territorio si misurano sulla capacità di cercare risposte a fenomeni complessi come quello degli sbarchi sulle coste siciliane, calabresi e pugliesi. Purtroppo il fenomeno migratorio e tutto ciò che ne consegue nasce dalla crisi di leadership di cui soffre il nostro tempo. Papa Francesco afferma giustamente che stiamo vivendo una sorta di terza  guerra mondiale a pezzettini e proprio lui è l’unica voce che parla di pace e sollecita i governanti a rivedere i loro rapporti. Sembra ormai accertato che in Libia l’immigrazione è uno strumento dell’Isis ma credo che il fenomeno non possa essere attribuito soltanto al fanatismo islamico ma a cause politico-economiche di più ampia portata. Il vescovo conclude con l’auspicio: “Vorrei che la Calabria e la mia Diocesi fossero l’icona del Samaritano del Vangelo, dell’ora prima, dell’ora giusta, dell’ora dopo”.