Omelie

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario 14 Ottobre 2018


XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

14 Ottobre 2018

Il passo dell’Antico Testamento afferma che la Sapienza è un bene superiore e incomparabilmente più prezioso dei beni materiali; il Vangelo mostra l’attaccamento alle ricchezze come il più grande ostacolo alla chiamata del Signore, all’ascolto della Parola e alla radicalità cristiana (cf. Mc 10,17-22), dunque alla salvezza (cf. Mc 10,23-27) (cf. Luciano Manicardi).

“…Mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a Lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?»”. Gesù, dopo aver chiarito che “in verità soltanto Dio può essere definito «buono», invita quest’uomo a interrogarsi sulla volontà di Dio contenuta nella legge e a rileggere in questa ottica la propria umanità. Il suo interlocutore replica di aver osservato fin dalla sua giovinezza “tutte queste cose”, allora Gesù “fissò lo sguardo su di lui”, “lo amò e gli disse”: “una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”.

E’ tipico di Gesù lo sguardo che discerne il desiderio profondo di chi gli sta di fronte. Egli guarda questo tale con tenerezza e affetto, comprende il suo punto debole e gli propone di dare tutti i suoi beni ai poveri e seguirlo.
“Quel giovane però ha il cuore diviso tra due padroni: Dio e il denaro, e se ne va triste. Questo dimostra che non possono convivere la fede e l’attaccamento alle ricchezze. Così, alla fine, lo slancio iniziale del giovane si smorza nella infelicità di una sequela naufragata” (Papa Francesco, Angelus, 11 Ottobre 2015).

Gesù non esprime alcuna condanna di quell’uomo ma, volgendo lo sguardo attorno, dice ai suoi discepoli: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio… è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio”. Ora lo sguardo di Gesù è pensoso perché chi possiede molti beni e fa della ricchezza più che un mezzo il fine della propria vita, si espone in modo tutto particolare al rischio di impedire che Dio regni su di lui, perché dove c’è un tesoro là si attacca il cuore umano (cf. Mt 6, 21; Lc 12, 34). Ancora più chiaramente Gesù stesso, in altri passi, dice: “non potete servire a Dio e a Mammona!” (Mt 6, 24; Lc 16, 13).

“Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «e chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio»: allo sgomento dei discepoli, Gesù mostra un altro sguardo, il terzo, che possiamo definire “sguardo di incoraggiamento”: ci sono ostacoli, ma niente è insormontabile se ci fidiamo e ci affidiamo al Signore. E’ Lui che ci dà la forza, è Lui che ci offre la salvezza, è Lui che ci accompagna e ci sostiene sempre.

La narrazione sembrerebbe conclusa ma non è così. Gesù, infatti, rivolge una parola di consolazione a quanti hanno abbandonato tutto, casa, lavoro, affetti, ricchezze, per seguirLo: la promessa del centuplo qui sulla terra e la vita eterna.

La promessa di Gesù contiene una grande benedizione e non illude nessuno perché chi decide di seguire Gesù deve essere consapevole che questa promessa comprende anche le contraddizioni, le difficoltà e le persecuzioni.
Ogni discepolo può dire: “con gli occhi nel sole, a ogni alba io so, che rinunciare per te, è uguale a fiorire” (Marcolini).

L’augurio di oggi è per una bella e buona domenica nella quale ci lasciamo incontrare e attrarre dallo sguardo di Gesù.

✠ Francesco Savino