Omelie

IV Domenica di Avvento anno B


IV  DOMENICA  DI  AVVENTO  (anno B)

2 Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38

24  Dicembre  2023

 

In quest’ultima Domenica di Avvento la Parola di Dio ci riporta davvero al cuore della celebrazione di questo tempo liturgico tanto straordinario quanto travisato: non un tempo di preparazione al Natale ma un tempo di preparazione al ritorno glorioso di Gesù, un tempo per accendere in noi il desiderio intenso ed ardente di Lui ed esercitarci sia nella vigilanza per il suo ritorno che nel riconoscere la Sua presenza nella storia e nelle nostre vite.

Il Signore infatti è colui che è venuto nella debolezza della nostra carne umana, è colui che continuamente viene e resta con noi, ma è anche colui che ritornerà glorioso.

È saggio da parte nostra attenderlo perché il nostro Dio è fedele!

La Parola di Dio di questa IV Domenica di Avvento possiamo definirla come un canto alla fedeltà di Dio!

“La promessa fatta a David per bocca del profeta Natan, che abbiamo ascoltata nel passo del Secondo libro di Samuele, si è realizzata in Gesù, figlio di Maria e figlio di David; è Lui il compimento e la pienezza di quella figliolanza promessa alla casa di David, è Lui la casa stabile, è Lui che siede su di un trono che rimane per  sempre alla destra del Padre e il cui Regno non avrà fine! Gabriele dice tutto questo a Maria dandole la sua vocazione, dandole il ministero della maternità del Messia, chiedendole quel libero sì alla potenza dello Spirito che la coprirà per generare in Lei il Figlio dell’Altissimo” (padre Fabrizio Cristarella Orestano).

Anche l’apostolo Paolo, nella Seconda Lettura, siamo alla chiusura della Lettera ai Romani, canta il Dio fedele che ha promesso, che ha parlato per mezzo dei profeti e che ha tutto compiuto, oltre ogni umana attesa, in Gesù, suo figlio, mandato, per amore e soltanto per amore, a salvare Israele e tutta l’umanità. Alla fedeltà di Dio si risponde con la disponibilità all’ascolto e l’obbedienza della fede.

È Maria, la ragazza di Nazareth, che nella pienezza del tempo, per la storia dell’umanità e per la nostra storia personale si rende totalmente disponibile, fidandosi e affidandosi, anche se abitata da paure e incertezze, al sogno dei sogni, l’incarnazione di Dio.

«L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth ad una vergine, sposa di un uomo della casa di David, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» … ecco lo scoccare dell’ora del Dio fedele in un punto preciso della nostra terra, in un’ora precisa della nostra storia, in cuori precisi di uomini concreti … lì Dio si presenta con la sua visita fedele alla sua promessa! A quella visita si può rispondere con l’ascolto obbediente e con il lasciare campo libero alla parola che Lui fedelmente pronunzia su di noi. Così fece David, così fece Maria di Nazareth con il suo giovane sposo … lasciarono il campo libero per Dio perché la fedeltà di Dio trovasse dei “complici” per piantare la sua tenda tra gli uomini!

Le parole dell’Angelo Gabriele dichiarano che ora tutte le promesse di Dio sono compiute in quell’umile casa di Nazareth dove Dio è entrato in modo assolutamente gratuito ed imprevedibile. Non dimentichiamolo mai: l’Avvento di Dio è gratuito ed imprevedibile! Il nostro percorso di Avvento quest’anno si chiude con questa consapevolezza che è certezza: la fedeltà di Dio e la parola, semplice ma grande, di Maria: “Avvenga a me secondo la tua Parola!”.

Ecco allora ciò che noi siamo chiamati ad essere e a fare: come Maria e con Maria fare dono della nostra vita al Veniente!

La memoria del Natale, così vicina, ci trovi fedeli e “complici” di questo Dio tanto imprevedibile quanto gratuitamente innamorato di questa umanità così fragile di cui noi facciamo parte. E ci doni la speranza presente del “giorno che non muore”.

“La Speranza è una bambina insignificante.
Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso.
Che gioca ancora con il babbo Gennaio.
Con i suoi piccoli abeti in legno di Germania coperti di brina dipinta.
E con il suo bue e il suo asino in legno di Germania. Dipinti.
E con la sua mangiatoia piena di paglia che le bestie non mangiano.
Perché sono di legno.
Ma è proprio questa bambina che attraverserà i mondi.
Questa bambina insignificante.
Lei sola, portando gli altri, che attraverserà i mondi passati.
Come la stella ha guidato i tre re dal più remoto Oriente.
Verso la culla di mio figlio.
Così una fiamma tremante.
Lei sola guiderà le Virtù e i Mondi.
Una fiamma squarcerà delle tenebre eterne…

(Il portico della seconda virtù, Charles Péguy)

Buona Domenica.

     ✠   Francesco Savino

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