Omelie

Domenica 7 Febbraio 2016: la “pesca miracolosa” narrata da Luca


V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO [SCARICA]

7 febbraio 2016

In questa Domenica, V del Tempo Ordinario, siamo chiamati a considerare l’esperienza di Simone, Giacomo e Giovanni nella “pesca miracolosa” narrata da Luca.

Si tratta di un episodio che ci interpella e ci induce a riflettere sulle parole di Sant’Agostino che ripeteva spesso: “Ho paura quando passa il Signore. Perché ho paura che passi e io non me ne accorga”.

Il Signore passa nella nostra vita come è accaduto nella vita di Simone, di Giacomo e di Giovanni.

Sul lago di Genesaret, in Galilea, appena  terminata una predicazione con la quale il Maestro colpisce le folle perché parla con una autorevolezza diversa da quella degli scribi, Gesù si rivolge a Simone  dando il via ad un dialogo con lui che lo segnerà per sempre.

Inizia con un comando improvviso: “Pendi il largo (duc in altum) e calate le reti per la pesca!” E’ una richiesta paradossale perché Simone e i suoi compagni hanno faticato tutta la notte senza pescare nulla e sanno bene che, in pieno giorno, la pesca non è fruttuosa. Eppure Simone mette da parte le sue certezze e risponde senza indugio: “Sulla tua parola getterò le reti!”.

Siamo di fronte ad un’ affermazione straordinaria che esprime l’essenza della fede cristiana: un’adesione fiduciosa e profonda a Gesù, un’obbedienza alla sua Parola che è un tutt’uno con la sua Persona.

“Avendo fatto questo, presero una quantità enorme di pesce e le reti si rompevano”. Simone chiama in aiuto Giacomo e Giovanni, che sono nell’altra barca, e le due imbarcazioni quasi affondano per l’abbondanza della pesca. Al vedere ciò Simone “si getta alle ginocchia di Gesù” e grida: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. E’ la stessa esperienza di Isaia che, di fronte alla santità di Dio, non può fare a meno di esclamare: “Povero me, uomo impuro che ha visto il Signore!” (cf.Is 6,5).

L’incontro autentico con Dio svela la nostra condizione di peccatori, ovvero  la nostra fragilità, la nostra distanza dal Signore. Scopriamo lo scarto tra il nostro dover essere (santità) e la nostra realtà (il nostro essere).

Gesù, il Signore, apre il cuore alla fiducia che è possibile cambiare, è possibile una vita vera e nuova. Per questo Simone cambia nome  e viene chiamato Pietro, per segnare significativamente il  suo cambiamento, per iniziare un “programma nuovo” di vita. E’ cambiato il codice (nomen est omen). Alla “vocazione” di Simone, segue la missione!

Una missione precisa che Gesù affida a Simon Pietro: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Sarai capace, cioè, di accompagnare uomini e donne all’incontro con il Signore. E’ proprio bella questa promessa  che Gesù fa a Pietro mentre egli confessa la propria fragilità ed inadeguatezza. E’ la constatazione che solo l’incontro totale con Gesù ti abilita ad essere “pescatore di uomini”. Ti rende credibile! Mi piace dire con G. Bernanos, che l’incontro con Gesù ti rende una “GRAZIA”! Un dono bello ed autorevole.

Il Vangelo di questa Domenica ci richiama a considerare che il Cristianesimo non è una “idea” ma una Persona, in carne e sangue, da seguire lasciando tutto. “Vivere è Cristo”. Essere in Lui, per Lui e con Lui: una cosa sola!

Commentando questo passo del Vangelo di Luca, Papa Francesco utilizza tre parole che sintetizzano la nostra riflessione: “ascolto, rinuncia e missione”.

   Che sia una Domenica nella quale l’incontro con il Risorto, contemporaneo a noi, oggi, ci rafforzi nell’ascolto della Sua Parola e nella rinuncia alle nostre pseudocertezze, trasfiguri le nostre esistenze e le renda docili per  la missione.

Buona Domenica! Buon cambiamento, vero!

†  Francesco Savino