Omelie

XIII Domenica del Tempo Ordinario 1 Luglio 2018


XIII  DOMENICA  DEL TEMPO  ORDINARIO [SCARICA]

1  Luglio  2018

Non siamo abbandonati alle forze del male, alla morte: “La volontà di Dio è la vita degli uomini (I lettura) e Gesù manifesta tale volontà guarendo una donna la cui vita era ormai sequestrata dal suo male e risuscitando una giovane già preda della morte (vangelo). Il contrasto tra vita e morte, presente nelle due letture, chiede all’uomo di accedere alla fede per ottenere liberazione, salvezza, pienezza di vita (vangelo)” (Luciano Manicardi).

Gesù, leggiamo nella pagina del Vangelo di oggi, ritorna dalla terra pagana di Gerasa alla riva del lago di Cafarnao e qui si raduna attorno a Lui una grande folla. Molti cercano quel maestro che considerano profeta: lo cercano per ascoltarlo e per presentargli diverse situazioni di bisogno con la speranza di ottenere aiuto, guarigione e liberazione.

Anche un capo della sinagoga di nome Giairo, incurante dell’ostilità e dei sospetti che le autorità giudaiche avevano verso Gesù, si reca da Lui e con insistenza dice: “La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporre le mani, perché sia salvata e viva”. Subito Gesù si incamminò con lui verso la sua casa mentre molti che lo seguivano lo pressavano da ogni parte. In quella calca “una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello”. Questa donna, in quanto affetta da emorragia, era in uno stato di impurità secondo la Legge (cfr. Lv 25, 25-30) che la costringeva a vivere isolata e ad astenersi da ogni relazione sociale; ma, disperata, sospinta dalla fede in quel profeta di Galilea, e sorretta dalla speranza nella sua “forza”, toccò un lembo del  Suo mantello. Ella trova un modo insolito di avvicinarsi a Gesù, fatto di un gesto silenzioso, quasi impercettibile: “E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male”.

“Gesù avverte però di essere stato toccato in modo particolare da quella donna; nonostante la calca egli sente infatti uscire dal suo corpo una potenza risanante, una risposta alla domanda di chi ha fede in lui: siamo qui di fronte a un evento di straordinaria comunicazione tra le fede della donna che sfiora Gesù e la compassione dello stesso Gesù che immediatamente le risponde … Ora, secondo la Legge Gesù ha appena contratto l’impurità che grava su quella donna, eppure non la rimprovera, non conferma le barriere innalzate dalle prescrizioni religiose; al contrario, le rivolge parole frutto di profondo discernimento e di grande umanità: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Non è avvenuta alcuna azione di magia, bensì un evento dovuto alla fede, un segno di salvezza e di pace messianica offerto a chi si è avvicinato a Gesù con fede!” (Enzo Bianchi).

Dopo questa guarigione, l’evangelista Marco riprende il racconto: “Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «tua figlia è morta, perché disturbi ancora il Maestro?»”. E ancora una volta, Gesù reagisce con parole che disorientano: “… disse al capo della sinagoga: «non temere, soltanto abbi fede! la bambina non è morta, ma dorme»”.

La fede deve perseverare, dev’essere salda e stabile anche di fronte alle contraddizioni, altrimenti non è fede ma solo un momentaneo slancio del cuore.

“Gesù, seguito dai tre discepoli più intimi, quelli che saranno i testimoni della trasfigurazione (cf. Mc 9,2) e dell’agonia al Getsemani (cf. Mc 14,33), rivela la sua potenza sul male estremo, la morte: «Presa la mano della bambina, le disse: “Fanciulla, io ti dico, svegliati!”. Subito la fanciulla si rialzò». In questo episodio così quotidiano fa capolino il linguaggio cristiano per parlare della resurrezione (cf. Ef 5,14), profeticamente annunciata in questo segno operato da Gesù: aver fede in Gesù significa mettere in lui la propria speranza, riconoscendolo pienamente Signore su ogni male e addirittura sulla morte” (Enzo Bianchi).

Anche oggi, a noi che cerchiamo Gesù e gli gridiamo i nostri bisogni, Egli ci prende per mano e ci dice: “Alzati! Risollevati e riprendi il tuo cammino”.

In questa Domenica, il giorno del Signore, sentiamoci incoraggiati da Gesù che “abbracciandoci” ci invita a non sprecare la vita ma a viverla in bellezza e santità.

   Francesco Savino