Omelie

Assunzione Beata Vergine Maria


 

Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1 Cor 15,20-27a; Lc 1, 39-56

 

Martedì  15  Agosto  2023

 

Nella vita degli uomini e delle donne di ogni tempo da sempre s’impongono domande di senso, gravide anche di dolore e di inquietudine: la morte è il nostro destino? Crediamo veramente nella vita eterna dopo la nostra morte?

La Festa dell’Assunzione della Vergine Maria, del suo Transito da questo mondo al Padre, si colloca proprio al cuore di queste domande di senso. La chiesa, nel rispondere a questi interrogativi, fin dall’inizio della cristianità ha compreso che in Maria, madre del Risorto, la donna che aveva acconsentito con il suo “eccomi” al “mirabile scambio” tra Dio e l’uomo, era anticipata la meta che attende ogni essere umano: l’assunzione di tutto l’umano e di ogni essere umano nella vita di Dio, per sempre. “Dio tutto in tutti!” (cfr. 1Cor 15, 28).

Gradualmente la grande Tradizione della chiesa ha proclamato che Maria è “cielo”, Maria è terra del cielo!

È bello allora constatare che il mistero di Maria ci appartiene, ci coinvolge, ci mostra l’esito della storia e ce lo mostra in una di noi, in Maria di Nazareth.

Senz’altro Lei è madre di Dio, immacolata per grazia, ma una di noi.

Maria non solo è parte della chiesa, come il Concilio Vaticano II ci ha detto con chiarezza, ma è anche icona della chiesa.

Uscendo dalla logica di pensare Maria come una “privilegiata”, riscopriamo la bellezza che tutto ciò che accade a Maria non è estraneo alla chiesa e quindi a ciascun credente, anzi, ciò che accade a Lei è rivelativo per ciascuno di noi, perfino il “generare Cristo”, fino alla destinazione alla gloria.

La Solennità di oggi è la memoria della Sua morte e della Sua partecipazione alla Resurrezione di Cristo.

La verità di fede, cioè il dogma, non sostiene che Maria non è morta ma che, trascorsi i giorni della sua vita terrena, è stata resuscitata dal Padre. Tra l’altro anche Gesù, il Figlio di Dio, è passato per la morte! A nessuno è risparmiato l’esodo attraverso la morte. La resurrezione non “salta” la morte ma l’attraversa.

Anche Maria ha fatto il suo esodo attraverso la morte.

Il Vangelo di oggi ci mostra Maria in viaggio, che è segno del suo camminare nell’avventura umana alla sequela di suo Figlio e attraverso i percorsi degli esseri umani.

Maria ha vissuto le sue crisi con il Cristo, in Lui e per Lui, e portando Lui. In tutto questo Maria è consegnata alla chiesa perché, come Maria, sia in grado di percorrere tutto ciò che appartiene all’umano.

Il racconto dell’evangelista Luca che oggi è proclamato e che culmina con il Magnificat, canto di Maria ma anche canto della chiesa, è pensato secondo la narrazione del Secondo Libro di Samuele (cfr. 2Sam 6, 1-15) in cui Davide trasporta l’“Arca Santa”.

Luca vuole farci capire che Maria è l’“Arca Santa” che contiene la presenza di Dio, una presenza di consolazione e di gioia.

Maria, in altri termini, è la visita di Dio che porta gioia.

Zaccaria, nel suo canto di lode, il “Benedictus”, lo dice con chiarezza: Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha “visitato e redendo” il suo popolo!

Il passo dell’Apocalisse, che costituisce la Prima Lettura, inizia proprio con la visione dell’Arca che si mostra nel cielo e, quasi con una dissolvenza cinematografica, Giovanni racconta la storia della salvezza operata in Cristo Gesù, nella quale si compie la presenza di Dio (l’Arca) e la Donna è Israele, è l’umanità, è Maria, è la chiesa che vive il frattempo della storia orientata all’eternità di Dio.

Tutto il Libro dell’Apocalisse testimonia la chiesa tra le tribolazioni della storia e le sue contraddizioni ma alla fine la “Sposa” sarà “adorna e pronta” (cfr. Ap 21, 2), nella visione della Gerusalemme perfetta in cui non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né dolore.

In Maria ci è data la caparra della speranza!

Celebriamo oggi il fine della nostra vita che non è assolutamente la morte ma la bellezza e l’armonia senza fine.

La Festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria apre la nostra esistenza a “sperare contro ogni speranza”, perché ciò che è accaduto in Lei accadrà in ognuno di noi.

Non cediamo alla tentazione del catastrofismo o del fatalismo ma, certi  che Dio è con noi, sempre, saldiamo la terra al cielo e il cielo alla terra nella consapevolezza del compimento del Regno di Dio.

Buona festa dell’Assunzione.

  ✠   Francesco Savino

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