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Augurio di S.E. R. Mons. Savino alla comunità del Santuario dei SS. Medici Cosma e Damiano per il 50° anniversario della Dedicazione


         

   Francesco Savino
Vescovo di Cassano all’Jonio

 

All’amata comunità

del Santuario dei SS. Medici Cosma e Damiano

 

A te caro fratello Vescovo Giuseppe

 

A voi carissimi

don Gaetano, don Tommaso, don Oronzo e Roberto

Bitonto

 

 

In questo giorno, in cui facciamo memoria del 50° anniversario della Dedicazione della nostra Basilica ai santi anargiri Cosma e Damiano, sono lì con voi spiritualmente a ringraziare il Signore per la storia di fede e di grazia che in questo mezzo secolo ha sovrabbondato in questa “realtà” di Spiritualità, di fede e Carità, che la bontà e la misericordia eccedente di Dio hanno voluto nella nostra città di Bitonto.

Come non ricordare i tanti volti e le tante storie che ho incrociato nei miei anni di ministero come parroco-rettore e delle tante progettualità ispirate dalla fantasia della Carità e che hanno sempre rappresentato il “collante carismatico” della comunità del Santuario.

La trama di vita buona e di bellezza in cui il Santuario è inserito, riecheggia in tutta la nostra Chiesa e fa delle opere nate attorno al carisma dei Santi Medici, un vero e proprio florilegio di amore e servizio nella gratuità a favore delle persone più impoverite, dei fragili e delle persone marginali.

Auguro alla comunità del Santuario insieme ai sacerdoti che la guidano attualmente, di riconfermare nei prossimi anni la sua missione di santificazione a favore di tutto il popolo di Dio e dei tanti pellegrini che accorrono, tenendo presente che Scienza e Carità, Fede e Martirio sono il vero tesoro che i Santi Medici continuano a rigenerare a favore di questo nostro mondo bisognoso di cure.

In prossimità della Pasqua ricorro alla metafora del “macigno”, metafora delle liberazioni da promuovere, utilizzata dal Venerabile don Tonino Bello per invitare voi tutti ad aprirvi ai possibili varchi di speranza che come comunità siete chiamati ancora a sognare: “Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme, messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuna con il suo sigillo di morte. … Pasqua è la festa dei macigni rotolati”.

Senza indugio vi dico che vi voglio tanto bene e vi custodisco nel mio cuore pensante, consapevole che la distanza non cancella assolutamente il bene condiviso e diffuso.

Vi benedico!

 

Cassano all’Ionio, 18 marzo 2023, Domenica Laetare

✠  don Ciccio