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Avvento 2015: La vita che verrà


I nuovi maestri ci dicono che occorre fermarsi e trapiantarsi nell’oggi, e che smarriamo la realtà deviando l’attenzione dalle presenti cose. Eppure, è difficile concepire un’esistenza che non navighi fra il passato e il futuro, e deve esserci una verità in questo atteggiamento, altrimenti perderemmo davvero il nostro tempo. Certo, i ricordi possono inceppare i passi e troppe attese si rivelano fallaci. Ma il passato si lega anche a persone speciali, a uomini e donne che non smettono di coinvolgerci, sempre avanti nel loro sviluppo creativo rispetto ai nostri punti di arrivo.

Alcuni di essi neppure li abbiamo incontrati di persona, ma li sentiamo più vivi che mai.

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre, sostiene l’autore della Lettera agli Ebrei (Eb 13,8), ed è vero che da quando lo abbiamo ri-conosciuto egli si è impadronito della nostra anima, al punto che è impossibile sottrarsi al suo ascendente, nonostante le avventure dei giorni, degli anni, dei secoli. E quando lo pensiamo, non accade mai di pensarlo al passato; Gesù è qualcuno che ci sorpassa, che supera tutte le mode e le idee post-, sempre al di là dei nostri approdi. Poco importa che le sue parole sono quelle di un Galileo di duemila anni fa, se fanno sbiadire i discorsi dell’ultimo ideologo brillante. E i suoi gesti, le sue mani meravigliose (che abbracciano i bambini, toccano i malati, spezzano il pane, sferzano i mercanti…) ci raggiungono oggi nei sacramenti della chiesa, ma passano ben oltre, verso la vita che verrà. L’impulso che irradiò dalla carne di Cristo deve ancora colmarci.

Creature incomplete, gioiamo dell’imperfezione che attira il dono della sua presenza, la parusia del Figlio di Dio. E se per meritarne la venuta dovremo attraversare la valle della morte (Sal 23,4), il deserto sterile dove la ferocia degli assassini si maschera perfino di dolcezza, avanzeremo scorgendo all’orizzonte il Regno di Dio, senza le armi della legge o della normalità. Il Regno è già ora una linfa che lubrifica i meccanismi inceppati della storia, un corso d’acqua silenzioso che rilascia nel suo trascorrere la misericordia indispensabile alla vita. Gesù è il Regno di Dio, l’ultima terra dei viventi, e quello che noi saremo non è stato ancora rivelato (1 Gv 3,2).

Qualcuno grida a mezzanotte: ecco lo sposo (Mt 25,6), e siamo già usciti per andargli incontro…

Cassano all’Jonio, 27 novembre 2015

  Francesco Savino